
1° maggio: il cammino silenzioso delle lavoratrici domestiche in Etiopia e Tanzania
Il 1° maggio è la Giornata Mondiale del Lavoro, un’occasione per celebrare le conquiste dei lavoratori e riflettere sulle sfide ancora aperte. Ma per milioni di donne e ragazze in Etiopia e Tanzania, ogni giorno è una lotta silenziosa per il riconoscimento dei propri diritti. Lavoratrici domestiche invisibili, spesso minorenni, che combattono per la propria dignità e libertà attraverso il lavoro.
In Etiopia, secondo stime ufficiali, circa l’1,5% della popolazione femminile è impiegata come lavoratrice domestica. Tuttavia, studi indipendenti suggeriscono che il numero reale potrebbe essere molto più alto, con almeno 248.600 donne coinvolte in questo settore. Molte di loro sono costrette a lavorare senza contratto, senza stipendio e senza possibilità di istruzione .
In Tanzania, la situazione non è meno preoccupante. Secondo il Global Report on Trafficking in Persons 2020 dell’UNODC – United Nations Office on Drugs and Crime -, oltre il 60% delle vittime di tratta nel paese sono bambine e bambini, molti dei quali destinati al lavoro domestico forzato.
Il lavoro minorile è una realtà drammatica in entrambe le nazioni. In Etiopia, migliaia di bambini lavorano in condizioni estreme, con turni fino a 70 ore settimanali e salari mensili che raramente superano i 24 dollari. Quasi l’85% di questi bambini è impegnato nelle peggiori forme di lavoro minorile, tra cui il lavoro domestico, e il 22% ha subito violenze fisiche .
In Tanzania, si stima che circa 5 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni siano coinvolti nel lavoro minorile, con una prevalenza nelle regioni di Geita e Manyara, dove oltre la metà dei minori è costretta a lavorare.
Una delle principali richieste delle lavoratrici domestiche in Etiopia e Tanzania è la ratifica della Convenzione ILO 189 sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici. Questa convenzione stabilisce diritti fondamentali come il salario minimo, le ferie retribuite, la protezione sociale e la libertà di associazione. Nonostante gli sforzi della società civile, tra cui le iniziative di CVM, la ratifica ufficiale da parte dei governi rimane un obiettivo ancora da raggiungere.
Il ruolo di CVM: formazione, sostegno e advocacy
CVM è impegnata da anni a fianco delle lavoratrici domestiche in Etiopia e Tanzania con il Progetto Empowered, offrendo corsi di formazione sui diritti del lavoro, sulla sicurezza e sulla gestione domestica. A Debra Marcos, in Etiopia, CVM ha creato spazi di aggregazione per donne e ragazze, che sognano un futuro diverso. Attraverso l’educazione e l’empowerment, CVM contribuisce a costruire una rete di solidarietà e resistenza contro lo sfruttamento.
Nonostante le difficoltà, le lavoratrici domestiche in Etiopia e Tanzania continuano a lottare per la propria dignità e libertà. Ogni giorno, attraverso il loro lavoro, costruiscono ponti verso un futuro di giustizia sociale. La ratifica della Convenzione ILO 189 rappresenta un passo fondamentale per riconoscere il loro valore e garantire loro i diritti che meritano. In questo 1° maggio, ricordiamo che la lotta per il lavoro dignitoso è anche la lotta per la libertà delle donne e delle ragazze.
CVM continuerà a essere al loro fianco, con determinazione e speranza, fino a quando ogni lavoratrice domestica avrà il riconoscimento e la protezione che le spetta.