Formarsi alla cittadinanza globale | I corsi di Cvm per la scuola dell’alterità
Global Schools, EYD 2015 to embled global learning in primary education
Corso di formazione per formatori: La revisione delle categorie etnocentriche
L’etnocentrismo è vizio culturale. L’autoreferenzialità della cultura europea è così radicata da risultare invisibile, le istituzioni sono complici e perpetuatrici di tale nascondimento.
È proprio per superare l’etnocentrismo insito nell’istituzione scolastica che è stato avviato nel 2015 il progetto europeo Global Schools, col quale s’intende intervenire a livello d’istruzione primaria e secondaria per dotare le nuove generazioni di strumenti idonei ad affrontare il mondo globalizzato, promuovendo il rispetto dei diritti dell’uomo, l’incontro tra culture, la sostenibilità ambientale. In tale progetto rientra il corso di formazione per formatori, ciclo di aggiornamento per insegnanti, il cui primo incontro nella regione Marche si è svolto il 28 dicembre nella sede della Comunità Volontari per il Mondo a Porto San Giorgio, in Via delle Regioni 36. Il Cvm, che rientra tra i 17 partner locali aderenti al progetto europeo, ha infatti particolarmente a cuore queste tematiche, e sostiene gli insegnanti che operano in tale direzione.
L’incontro, tenuto da Giovanna Cipollari – esperta di Educazione Interculturale, con oltre trent’anni di esperienza nel coordinare attività di aggiornamento per docenti – ha toccato vari temi utili anche ai non-insegnanti. La relatrice ha come prima cosa spiegato che rispetto al 2000 il modello della cooperazione allo sviluppo è cambiato, diventando sostenibile. A inizio secolo il Nord guardava ancora il Sud del mondo dall’alto al basso, presentandosi come portatore di aiuto. Oggi nasce il bisogno di imparare gli uni dagli altri, in modo reciproco. Gli abitanti del Nord del pianeta devono adottare stili di vita più sobri: è ciò che ci dice anche Papa Francesco, dobbiamo imparare a comprare e consumare criticamente, in modo responsabile. Tutti noi dobbiamo guardare alle cose semplici che fanno bella e vera la vita, riscoprirne il valore e abbandonare il superfluo. La scuola ha quindi un compito difficile, deve insegnare ad alunni e famiglie a vivere felici, nel rispetto degli altri e dell’ambiente.
La presentazione è stata seguita da una fase laboratoriale, nella quale gli insegnanti sono stati divisi in gruppi a cui sono stati affidati vari temi di riflessione. Ciò che è emerso è in particolare il bisogno di dialogo tra le diverse discipline scolastiche, di cui bisogna rivedere anche i programmi, perché il nuovo obiettivo è quello di formare cittadini mondiali. Le contrapposizioni tra Oriente e Occidente vanno superate con capacità di analisi e cooperazione. La riforma dell’educazione non può che essere una riforma del pensiero, e parte da ciascuno di noi: non dobbiamo porre l’accento sulle differenze, ma cogliere le somiglianze, imparare davvero a concepire noi e gli altri come cittadini del mondo, come fratelli, uguali e sempre collegati da relazioni di ogni tipo.
La prima sessione del corso si è conclusa con l’analisi di pagine tratte da libri di testo di varie materie: scienze, storia, geografia, italiano. Il corpo docenti ha denunciato i modi paradossali e riduzionistici con cui questi testi parlano di alterità, più che mai consapevoli che per formare cittadini mondiali è necessario che l’istruzione stessa si faccia mondiale.
Alessia Rossi