Wanawake oyeee! Wanawake tunaweza – Forza Donne! Donne, noi possiamo! | L’Otto Marzo di Bagamoyo
L’Otto Marzo di Bagamoyo è colorato dai kitenge e dai kanga indossati da centinaia di donne, testimoni e protagoniste dell’avanzare di un cambiamento. Mwakba – l’unione delle 9 associazioni sostenute da CVM – ha voluto unirsi alle voci che in tutto il mondo festeggiavano le donne per ricordare i diritti ottenuti finora e quelli ancora da ottenere per il raggiungimento dell’obiettivo mondiale di Sviluppo Sostenibile: l’emancipazione femminile e la parità di genere.
Nell’accogliente cortile della scuola elementare di Nia Njema, Mwakba ha riunito le autoritá locali di quattro circoscrizioni diverse, le autoritá di Distretto, i funzionari della “polizia di genere”, molti sponsor tra i quali due grandi banche tanzaniane e nove gruppi di imprenditrici locali, ma soprattutto le donne che formano le associazioni, quelle che abitano nel quartiere di Nia Njema, quelle accorse al richiamo dei tamburi e del motto ripetuto ad alta voce da tutti coloro che hanno preso parola e a cui il pubblico faceva eco – Wanawake oyeee! Wanawake tunaweza – Forza Donne! Donne, noi possiamo!
È un esercito composito che non vuole essere piú silenzioso, che non si arrende nonostante le zavorre storiche e culturali che fanno spesso rallentare il passo.
Le donne qui a Bagamoyo sono la colonna portante dell’economia domestica, assoggettate da un sistema patriarcale, assumono su loro stesse il peso intero della famiglia, di lavori pesanti come la raccolta e il trasposto quotidiano dell’acqua da e verso luoghi lontani, il lavoro nei campi, le faccende domestiche, la cura dei figli e della casa. Mantengono un ruolo subalterno che impedisce loro di rivendicare qualsiasi diritto di decidere della propria vita, della propria casa, della propria terra e del proprio corpo. Povertá e analfabetismo espongono bambine e ragazze ad abbandoni scolastici, a matrimoni e gravidanze precoci, le portano a svolgere lavori degradanti e sottopagati per i quali non esistono tutele legislative, a violenze psicologiche e sessuali e al rischio di contrazione di malattie veneree, in primis l’AIDS.
Gli ospiti d’onore di questo 8 Marzo vogliono dar luce a ció che silenziosamente avviene e cambia qui a Bagamoyo. Sono tutte donne – ufficiali, imprenditrici, manager, poliziotte e capi di associazioni – piú coraggiose che fortunate, che hanno preso il proprio posto conducendo una lotta silenziosa e difficile, perché controcorrente, e che adesso vogliono dare speranza ad altre donne per far capire loro che il sogno comune di emancipazione è reale.
La Segretaria Amministrativa del Distretto – la massima autorità presente – scandisce con attenzione le sue parole. Il suo è un discorso pratico che vuole far capire alle donne che non sono più sole. Tra le realtá elencate a sostegno della popolazione femminile parla anche dei CJF – i Community Justice Facilitators – delle figure di supporto formate da CVM e oggi riconosciute dalle autoritá locali, presenti in ogni villaggio del distretto per aiutare le donne a denunciare le violenze subite, e dei WCR – i gruppi comunitari a livello di villaggio, anch’essi volontari, a tutela dei diritti di donne e bambini.
Il capo della Polizia di Genere, un servizio di assistenza creato nel 2009 grazie alla cooperazione di diverse Ong, le esorta a non avere piú paura, a trovare il coraggio di parlare. Elenca le tipologie dei 248 casi di violenza denunciati nel 2015, tra le quali spiccano la violenza domestica e lo stupro. Non è più tempo di rimandare la verità, il messaggio di condanna deve essere chiaro per tutti i presenti.
Mentre i festeggiamenti proseguono con la musica, l’intrattenimento per i bambini e un piccolo spettacolo teatrale sulla tematica della violenza di genere offerto dall’associazione BAYOICE, un angolo dell’immenso spazio ospita una piccola postazione al coperto e al riparo dagli sguardi indiscreti che rimane a disposizione durante tutta la giornata. Mwakba ha voluto che soprattutto oggi le donne sapessero dove recarsi e la Polizia di Genere rimane in ascolto per chiunque trovasse il coraggio di parlare, anche oggi, perché il festeggiamento piú grande possa essere l’affrancamento dalla violenza, l’inizio di un cammino in cui non sentirsi piú sole.
Clara Cossu
CVM Tanzania