Le cose potrebbero essere diverse |La mancanza d’acqua e cibo visti con gli occhi d’una bambina
Cari Nonni, Madri, Padri, fratelli e sorelle
Prendetevi un minuto per guardare negli occhi di questa bambina, una bellissima piccola ragazza, vestita molto semplicemente, da un area rurale dell’Etiopia… se potessi vedere attraverso gli occhi di un bambino che bellissimo mondo sarebbe – “vedrei il vero nell’errore, il buono nel male, potrei vedere tutte le belle cose che nella vita non ho mai visto, se potessi vedere il mondo attraverso gli occhi di una bambina che bellissimo mondo sarebbe”… canta Pasty Cline.
La piccola ragazza non sa che le cose potrebbero essere diverse – che lei potrebbe avere l’acqua direttamente nella sua casa, andare a scuola ogni giorno e non dover trasportare acqua, o sua madre lavorare ogni giorno nei campi. Il cibo non dovrebbe essere ogni giorno così scarso, oggi ancor più scarso di quanto sia mai stato in passato. Lei non sa che in altre parti del mondo il cibo non necessariamente dipende dal fatto che la pioggia arrivi o meno. Il cibo è sempre disponibile.
Ancora, dove lei vive, lei vede il mondo attraverso gli occhi della bambina che è, ed è felice perché non sa che potrebbe essere diverso e che la vita potrebbe essere più semplice per lei.
Questa piccola ragazza sta sperimentando le conseguenze di qualcosa che lei conosce poco, gli effetti dei cambiamenti climatici. Quando la pioggia non arriva, la vigna è morta nei campi e c’è poco o nessun cibo da mangiare. La bambina non è consapevole che El Niño, insieme al riscaldamento delle acque dovuti all’inquinamento climatico, costringono lei, la sua famiglia e il suo villaggio a soffrire le conseguenze della mancanze di cibo e acqua.
Lei vede i suoi amici camminare per lunghe tratte per raggiungere la scuola, lei non va perché deve aiutare sua madre a portare l’acqua ogni giorno. Ora gli studenti non possono frequentare la scuola perché non possono camminare per grandi distanze senza cibo. La loro educazione ne risente. Lei va con sua madre in cerca di acqua, il rivo solito è asciutto quindi devono giungere fino ad un altro bacino, ci sono tante persone perché questo è l’unico rivo non asciutto, e devono fare la fila.
Suo padre si lamenta che gli animali stanno diventando magri, non c’è erba, e lei deve portare anch’essi lontano, fino allo stagno che i contadini hanno creato. Nella notte sente i genitori discutere mentre credono che lei stia dormendo – parlano di cosa accadrà loro, sarà necessario spostarsi prima che le cose peggiorino e i loro animali muoiano, ragionano su dove potrebbero andare.
Nonni, Madri, Padri, Fratelli e Sorelle, queste persone non si chiedono se essi stessi potranno sopravvivere. Loro hanno sempre dovuto sopravvivere anche nelle condizioni di povertà e nei cambiamenti di vita. Oggi è diverso, molto diverso – l’acqua è uno dei loro più grandi problemi, il Governo ha iniziato a importare il grano ma l’acqua rimane un problema.
Queste piccole bambine non sanno che in altre parti dell’Etiopia, Kenya e Sud Africa altri bambini come loro stanno soffrendo e altri sono in condizioni ancora peggiori.
Il Sud Africa sta soffrendo la peggior siccità del secolo e ha visto estinguersi vaste aree di campi di grano, colpendo 2,7 milioni di case che costituiscono la fetta economica più avanzata dell’Africa. Intanto la carenza di mais bianco – il cibo base per la maggioranza delle persone di pelle nera – potrebbe raggiungere proporzioni di crisi rispetto ad Ottobre, dicono gli esperti, se non cade la pioggia. Il Ministro dell’Agricoltura afferma che gli standard (modelli) climatici sono cambiati lentamente con sporadiche precipitazioni in alcune delle province colpite. Nel distretto Turkana del Kenya colpito dalla siccità le piogge di Marzo-Giugno sono cadute in modo sparso – per la terza stagione di fila. La maggior parte delle regioni a Nord e a Nord-Est del Kenya e della vicina Somalia sono state dichiarate dalle Nazioni Unite in carestia. Nel solo Kenya sono state stimate essere 3,5 milioni le persone che necessitano di assistenza alimentare. In Etiopia sono 10 milioni di persone.
La vita di questa piccola ragazza è cambiata completamente, e anche per la sua famiglia e per il suo villaggio – l’intera comunità è drasticamente colpita: le loro vite sono cambiate da cima a fondo, vivono nella paura che muoiano i membri più deboli (gli anziani e i più piccoli), diminuiscono le loro risorse economiche se gli animali muoiono, l’educazione dei bambini ne risente, a causa della carenza di acqua aumentano le infezioni della pelle e altri gravi disagi, in particolare ne risente la salute delle donne perché esse passano molto tempo a camminare per cercare acqua.
Nonni, Madri, Padri, Fratelli e Sorelle bisogna riflettere sulle parole di Papa Francesco: “Deplorevolmente persino i diritti umani possono essere usati come giustificazione, in una difesa elaborata dei diritti individuali dei popoli più ricchi. Rispettando l’indipendenza e la cultura di una sola Nazione, bisogna ricordare sempre che il pianeta è di tutta l’umanità e per tutta l’umanità, e che il solo fatto di essere nati in un luogo con minori risorse e minor sviluppo non giustifica che alcune persone vivano con minore dignità. Bisogna ripetere che “i più favoriti devono rinunciare ad alcuni dei loro diritti per mettere con maggiore liberalità i loro beni al servizio degli altri”
La nostra scelta di oggi farà la differenza per questa piccola bambina, la sua famiglia, comunità e per l’intera umanità – per tutti noi. Il grande valore della condivisione e del prendersi cura gli uni degli altri non è perduto, forse sta momentaneamente dormendo. Risvegliamolo in noi e compiamo la scelta di prenderci cura dei nostri fratelli e sorelle. Questo è il più bel valore che noi ci possiamo lasciar dietro e passa attraverso la nostra famiglia (più dei soldi e di qualsiasi altra cosa materiale), perché esso rispecchia amore per gli altri e la nostra scelta di promuovere la vita. Dobbiamo prenderci cura e proteggere il nostro progresso affinché i nostri figli e le altre giovani persone del mondo non soffrano per scelte sbagliate che compiamo ma piuttosto guardino a noi come persone che non hanno paura di scegliere. Grazie per promuovere il cambiamento che richiede grande coraggio.
Marian Lambert – direttore CVM