Le soluzioni che portano benefici a catena. Fra fonti d’acqua e impianti a biogas
Quando mi hanno proposto di partecipare a una missione di monitoraggio nel Sud dell’Etiopia, non mi sarei mai aspetto di vivere un’avventura così appassionante. Tra strade ai limiti del percorribile, la polvere che non ti abbandona mai come un fedele compagno di viaggio e incontri con decine di comunità locali, abbiamo percorso un tragitto lungo circa 600 km che ci ha condotto a visitare i progetti CVM nella Special Woreda di Basketo, nella Woreda di Sawla e quella di Semen’Ari.
Da appassionato di studi umanistici, visitare progetti di natura tecnica ha significato per me una notevole crescita formativa. Trovandomi spiazzato in un primo istante, ho cercato di sfruttare l’esperienza di Lia Romano (Country Representative CVM-Etiopia) e Hunde (Technical Coordinator-CVM Etiopia), per capire meglio la struttura e l’utilità dei progetti. L’attività CVM in questa zona dell’Etiopia prevede la costruzione d’impianti idrici e a biogas. Per il primo punto, si tratta di rendere potabile le risorse idriche disponibili mediante la protezione delle sorgenti con un sistema di filtraggio. Quindi l’acqua filtrata viene distribuita attraverso dei water points nei punti strategici della Woreda selezionata. Per quanto riguarda il funzionamento di un impianto a biogas, esso prende avvio dall’utilizzo di latrine – progettate e costruite dall’équipe CVM- da parte dei beneficiari del progetto. Attraverso un processo di fermentazione in assenza di ossigeno, i reflui e gli scarti alimentari finiti nel biodigestore producano, infine, metano.
Ancor prima di qualsiasi delucidazione tecnica, ciò che il mio occhio ha potuto osservare è la stretta correlazione tra l’incombente bisogno di rispondere a un’esigenza primaria e le opportunità che possono nascere a favore della comunità beneficiaria, una volta che questo bisogno è soddisfatto. Mi spiego meglio: garantire acqua potabile non significa soltanto assicurare un servizio essenziale a una parte della popolazione che sfortunatamente non vi ha accesso, ma apre ad altre numerose possibilità strettamente collegate alla disponibilità di questa risorsa primaria; basti pensare all’utilizzo di acqua per l’irrigazione dei campi agricoli o la riabilitazione di pozzi a scopo domestico. La stessa chiave di lettura può essere utilizzata per gli impianti a biogas. In effetti, assicurare una latrina dignitosa a un ambiente animato da bambini è di per sé un gesto nobile, ma se consideriamo che proprio dalle emissioni di quella latrina prende avvio il processo di produzione di gas metano utilizzato, per esempio, per rendere funzionale un laboratorio per la produzione di esperimenti chimici all’interno di un complesso scolastico, quel gesto assume una dimensione infinitamente più grande.
Ecco che un grande cantautore come Fabrizio De André non si sbagliava quando in sua celebre poesia recitava “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”.
Manuel Morini, Servizio civile CVM in Etiopia.