La storia di Joceline
Se dovessi presentarti in poche righe, come lo faresti?
Mi chiamo Joceline Eboafo, vengo dalla Costa D’Avorio, ho vent’anni, due fratelli ed una sorella e sono in Italia da due anni. Attualmente sono ospite del Progetto Sprar “Sconfinamenti” di Porto San Giorgio.
Quali attività hai svolto o stai svolgendo in Italia?
In Italia ho conseguito il diploma di scuola media e adesso sto frequentando il corso per diventare OSS. Sono molto contenta del percorso fatto e di quello che sto facendo in Italia.
Hai incontrato persone lungo il tuo cammino in Italia, a cui tieni particolarmente, a cui sei legata e che per te sono importanti?
Sì, due persone: Libelle, una ragazza del Camerun, ex-ospite del progetto, che ha vissuto assieme a me in questa casa a Porto San Giorgio e una mamma dell’Italia, Loretta Gasparri, una signora molto simpatica,gentile…non ci sono parole per definirla, aperta a tutte le persone che meritano, perché certe persone bisogna meritarle.
In questo periodo è facile trovare in Italia persone come Loretta? Ne hai mai incontrate?
No. Sto in Italia da due anni e non ho mai incontrato una persona così. Per esempio, adesso sto facendo il corso OSS e siamo circa trenta persone e ci sono tanti italiani, ma è molto difficile comunicare con loro.Anche quando mi avvicino, non è facile entrare in contatto. Mi guardano con occhi strani, con diffidenza, con distacco. Ho legato con due, tre persone in classe, molto simpatiche, ma non sono italiane, sono albanesi e romene.
Perchè non tutti gli italiani sono come Loretta?
Perché ognuno ha il suo comportamento, il suo pensiero, non possiamo essere tutti uguali. Anche noi africani, non siamo tutti uguali. Ognuno di noi ha il suo comportamento, il suo pensiero, il suo sogno.
Come si può fare, secondo te, per abbattere questo muro di diffidenza, annullare le distanze, creare vicinanza?
Secondo me, possiamo incontrarci, possiamo parlare, perconoscerci meglio, capire che siamo tutti uguali, solo il colore della pelle cambia. Tutti uguali nel senso che siamo tutte persone, esseri umani. Le uniche cose che ci differenziano sono: la storia, l’origine, il colore della pelle, ma siamo tutti umani.
Il Natale, si avvicina,ed è un momento in cui si sta con le persone alle quali teniamo, a cui vogliamo bene, a cui siamo affezionati. Come trascorrerà il Natale quest’anno Joceline?
Quest’anno sarà un Natale indimenticabile, perché per la prima volta, sono stata invitata da una famiglia italiana che mi ha invitato per la sera della Vigilia a cena da loro. Trascorrerò quella sera di festa con la famiglia di Loretta (Gasparri ndr).
Come trascorreva Joceline il Natale in Costa d’Avorio?
La sera della Vigilia, andavo insieme alla mia famiglia in Chiesa a pregare. Il giorno di Natale, al mattino le donne cucinano, e il pomeriggio i bambini vestiti carini, andiamo a fare festa, cantare e ballare con i nostri amici, a casa di amici.
C’è un Natale che ricordi in maniera speciale?
Avevo dieci anni. La mia mamma aveva i suoi cugini chestavano in Europa, e loro sono tornati in Costa D’Avorio per le feste natalizie. Hanno portato tanti doni, regali dall’Europa. Il 25 siamo andati in una città storica, Assinie, con molti turisti europei, l’abbiamo visitata. Per me era la prima volta che andavo in questa città. Abbiamo mangiato delle cose che non avevo mai mangiato. Piatti da ricchi, come ad esempio, un tipo di pesce mai assaggiato che costava tanto, anche les escargots (lumache).
Joceline vorrebbe tornare in Costa D’Avorio un giorno?
Vorrei tornare a salutare la mia famiglia, e tornare per sistemare le cose in Africa, aiutare le persone anziani, i bambini in difficoltà, che hanno perso la loro famiglia.
Il sogno più grande di Joceline?
Lavorare in ospedale, aiutare le persone che soffrono tanto, che stanno male, i malati.
Come mai questa scelta?
Perché ho avuto un po’ di esperienza nel mio paese, con mia nonna che io ho aiutato, assistito quando avevo otto/n ove anni. Nonna è rimasta sola ed io la aiutavo, la assistevo, le facevo compagnia. Nonna aveva bisogno di parlare, camminare, avere una casa più pulita ed io l’ho aiutata. Quando è morta, poco prima di morire, al suo fine vita, lei mi ha detto una parola: “Tu devi rimanere come sei. Non devi cambiare mai. Mi hai dato tanto amore, tante cose positive. Cammina sempre così.”
Cosa ti piace di Porto San Giorgio?
La spiaggia, il mare, vado a passeggiarci soprattutto d’estate. Quando ci vado, penso al mio paese che sta vicino al mare, la mia casa è vicina al mare. Vado ogni tanto al mare per nuotare, vedere i pesci e ritrovare i ricordi e il mio paese, tra il mare.