Il senso di comunità. Il senso del fare.
Il CVM è da sempre promotore del Volontariato, in Africa come in Italia, e ne riconosce l’esistenza in tutte quelle realtà, comunità, persone che al di là dell’esigenza incontestabile di provvedere il necessario per sé e per la propria famiglia, si impegna per il bene comune, soprattutto dei più poveri.
Questo è il caso di Graziella. Biologo delle ditte Ecocontrol / Ecoelpidiense che ha messo a disposizione tutta la sua professionalità nella valutazione tecnica degli impianti idrici CVM in Etiopia. Non scopriamo ma confermiamo che il valore più grande messo in campo da Graziella, è proprio la sua umanità, il suo sentirsi “ponte fra popoli”.
La incontriamo come si incontra chi appena rientra da una missione. Ha tante cose da dire, talmente tante le emozioni e il bagaglio di esperienze che la vediamo emozionata, felice, provata, ma come dice lei, soddisfatta.
Si siede e la prima parola con cui approccia è “che accoglienza!” che nel clima in cui viviamo risuona come segno di quella fraternità universale di cui i volontari stessi sono espressione e di cui abbiamo tanto bisogno anche qui in Italia. Ci ricorda subito quanto non fosse preparata. Pensiamo agli aspetti tecnici (lingua, cibo, clima..), ma continua “rispetto al senso si accoglienza, al senso di comunità, rispetto al senso di lontananza dalle difficoltà .. sparite in un attimo!”.
Un carico di ricordi positivi, di foto, di incontri, di grandi sorrisi pieni di dignità nonostante la povertà assoluta, che riempiono di ulteriori grandi significati tutti i numeri delle prove tecniche e delle provette. Ci dice: “come descrivere le strade per chilometri, con il bestiame forse in cerca di pascoli più produttivi, con i frutti in cerca di un acquirente, i bimbi con qualche quaderno in cammino verso la loro scuola lontana, carretti con tronchi di eucalipto per costruire le loro case in terra, ma soprattutto un popolo equipaggiato con taniche gialle, in particolare donne e bambine spesso molto piccole, con taniche da 5 a 10 litri per approvvigionare la famiglia di acqua. Tutti insieme lungo la stessa strada polverosa”.
Ci racconta che in una settimana ha visitato la prigione di Sawla dove CVM ha realizzato le latrine e biogas per oltre 1000 detenuti (“con 2 sole guardie!!” ci dice stupita) e dove viene realizzato in modo sostenibile dell’ottimo compost per l’agricoltura. A Dorimale ha incontrato il tecnico CVM Selam ed i bimbi di 500 famiglie della zona che curiosi che corrono incontro, dove scopre che la comunità partecipa attivamente alla realizzazione dell’opera, tutti, donne e uomini al lavoro per la costruzione del serbatoio di stoccaggio dell’acqua. Per questo parlando insieme si comprende a pieno l’importante ruolo di CVM nella formazione dei tecnici della manutenzione e quindi della sostenibilità dell’opera realizzata. Ha scoperto che a Besketo nonostante gli interventi CVM saranno necessari nel futuro almeno altre 16 latrine. E’ stata invitata dalle ragazze locali ad una messa ortodossa. Ha visitato la sorgente di Dolusca dove alcuni bimbi le chiedono se per caso lei fosse cinese. Ci sorride mentre ce lo racconta, ma poi mentre pensa a quei bimbi si interrompe e si fa pensierosa. Ci dice che vorrebbe fare di più; ci racconta che quella bottiglietta d’acqua portata dall’Italia in aeroporto, pagata 4€ suonava come una contraddizione troppo forte. Capiamo insieme mentre parliamo del senso profondo di corresponsabilità.
Oggi Graziella anche grazie a CVM è testimone di una diversa dimensione culturale nonché degli effetti di un modello di sviluppo globalmente squilibrato che normalmente percepiamo solo ovattato dai mezzi di comunicazione di massa che normalmente ci propinano i risultati estremi dei processi, ma quasi mai le vere cause che li generano. Con CVM Graziella ha avuto la possibilità di toccare con mano l’importante lavoro che ogni giorno viene svolto da CVM: ha potuto vivere da vicino quello che in Africa è il senso della comunità, il senso del fare.