Noi, ferenji, abbiamo molto da imparare
Ciao a tutti,
scusate se non ci siamo fatti più sentire ma non abbiamo avuto la possibilità di accedere ad internet in questi giorni. Non siamo per nulla deperiti perché il cibo è veramente buono (anche se può avere effetti collaterali) e l’ospitalità è sempre delle migliori.
Stiamo passando giorni fantastici e oggi ci siamo resi conto che sono praticamente volati.
E’ proprio vero… il tempo vola quando si è felici!
Sentiamo che questa felicità è unica perché è sincera in quanto condivisa con ogni persona che incontriamo.
In questo pezzo di mondo è rarissimo vedere volti tristi, ogni gesto è carico di grande significato e tutto sembra risplendere nella sua essenzialità.
Ogni volta che doniamo una caramella ad un bambino, i suoi occhi risplendono come se gli avessimo regalato il mondo.
L’essenzialità è un altro grande pregio di questo luogo, proprio oggi una donna del reunification program non faceva altro che ripetere quanto sia abbastanza ciò che possiede e quanto sia felice nell’accontertarsene.
I momenti di disagio ci fanno comprendere quanto il nostro tenore di vita sia elevato e quanto stupido sia cercare di avere sempre di più, la loro serenità e gioia ci fa comprendere quanto un sorriso o un abbraccio siano ciò che di più caro una persona possa desiderare.
La natura è incantevole e la bellezza del paesaggio, con i suoi animali e villaggi rurali, è disarmante.
E’ proprio in un villaggio rurale che raccogliamo il sogno di un ragazzo di fare il master in Italia e ci viene fatto assaggiare l’araki, a modo suo un’esperienza forte anche questa.
Ci sentiamo quasi sempre molto stanchi ma siamo del parere che non sia una stanchezza fisica ma più psicologica dovuta a tutte queste esperienze veramente forti a cui non siamo per nulla abituati.
Tutte le storie che ascoltiamo ci fanno emozionare moltissimo e spesso ci capita di discutere di quanto la realtà sia ingiusta. Con il simpaticissimo Gheremo incontriamo dei ragazzi come noi con cui discutiamo a lungo, rimaniamo stupiti quando ci dicono con fierezza quanto bello ed importante sia per loro studiare. In un altro luogo ci viene mostrato un ostello gestito da malati di HIV, l’accoglienza è sempre delle più calorose. A Debre Marcos visitiamo l’università, l’ospedale, una scuola, le barworkers e persino un giardino botanico. Siamo fieri di insegnare anche un nuovo gioco ai ragazzi di Debre Marcos.
Con la calorosa e piacevole compagnia Amarech incontriamo un’associazione di housemaids, un dormitorio di ragazze a cui è stata data la possibilità di continuare gli studi ed altri ragazzi che con un piccolo aiuto sono riusciti a comprare qualche animale e migliorare le proprie condizioni di vita.
Vediamo concretamente quanto importante sia l’operato del cvm in questi luoghi e come molte vita riescano a essere cambiate grazie all’impegno dell’associazione.
Comprendiamo a pieno il significato della responsabilizzazione di ogni individuo, il valore del metodo “former to former” e come a volte un semplice passaparola possa salvare delle vite.
Veniamo veramente folgorati dal “music and theater club”, canti e balli di questa compagnia di ragazzi ci lasciano a bocca aperta e le lacrime che scendono dal viso di un ragazzo mentre recita la parte nella storia di un ragazzo di strada ci fa capire che molti di loro hanno già vissuto veramente ciò che ora ci viene rappresentato in questo spettacolo che ci appare più vero della realtà stessa.
Rimaniamo inoltre stupiti di fronte all’intera cerimonia del caffè ed al legame che questi ragazzi hanno con la loro cultura, è impressionante quanta cura abbiano per gli usi delle loro tradizioni.
La provvidenza ha voluto che portassimo con noi un flauto che non esitiamo a regalare a questo fantastico gruppo di ragazzi insieme ad un cappello da cow-boy ed una parrucca, con la fantasia che hanno sapranno sicuramente progettare fantastici nuovi spettacoli con questi oggetti.
Tutte queste esperienze quasi non entrano nel bagaglio del nostro viaggio interiore che costituisce per noi una forte crescita personale, proprio di questo discutiamo mentre viaggiamo concretamente verso nuove mete.
In giro a volte si creano processioni dietro di noi ma chi ci segue forse non sa che siamo noi, ferenji, che abbiamo molto da imparare da loro.
Best wishes from Amarech, Geremo and Temesgen
Un abbraccio da Chiara, Lucia e Fabio