Successo per la tavola rotonda del CVM a Chieti
Si è svolta al Teatro Marrucino di Chieti, davanti ad un gran pubblico e alle autorità cittadine, la terza tavola rotonda organizzata dal CVM – Comunità Volontari per il Mondo dal tema Immigrazione e Integrazione: Immigrazione, lavoro e sviluppo. All'evento organizzato in collaborazione con la Caritas Diocesana di Chieti-Vasto, la Migrantes Regionale ed il CSV Centro Servizi per il Volontariato di Chieti, sono intervenuti Gad Lerner, giornalista de La7; Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti – Vasto; Jean Paul Pougala, imprenditore straniero dell’anno; Gianfranco Cattai, presidente Focsiv, il sen. Giovanni Legnini ed il sindaco di Chieti Umberto Di Primio. Lavori introdotti dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Chieti, Emilia De Matteo e dal viceprefetto aggiunto, Luciano Conti.
Pubblico delle grandi occasioni dunque per un evento unico nel suo genere, appena il tempo di aprire il sipario per entrare nel clima di un grande momento di cultura. A gestire il palco un Filippo Di Giovanni tanto meticoloso quanto profondo ad introdurre il primo intervento, quello della De Matteo, assessore comunale delegata: «Siamo in un processo di cambiamento e di crescita della nostra società per questo le istituzioni sono presenti. Il Comune di Chieti già da anni si attiva in questo senso e tutte le forze è giusto che si adeguino. Ci si deve adeguare ad una politica dell’accoglienza. Ringrazio l’organizzazione che ha permesso questa terza edizione della tavola rotonda». Immediatamente nel tema con l’intervento del camerunense Pougalà. Esperienza fuori da ogni logica quella vissuta in Italia. Istituzioni farraginose e mortificanti per lo straniero se non addirittura xenofobe per alcuni versi. Essere imprenditori in Italia per un Africano è davvero impossibile, contraddizioni ovunque e pressioni d’ogni genere. L’Italia in Europa deve fare ancora tanta strada se per un permesso di soggiorno in Italia si devono superare infiniti problemi e tantissime tribolazioni mentre in Svizzera tutto si risolve telematicamente ed in un lasso di tempo davvero esiguo.
Il problema dell’immigrazione e dell’integrazione dunque è un problema che Gad Lerner, tirato subito in ballo, racconta in un flusso continuo di emozioni nelle peripezie della sua famiglia per il mondo. Un nonno che fugge dall’Ucraina, evitando miracolosamente lo sterminio dell’olocausto, per approdare sulle rive orientali del mediterraneo. In Libano i natali e la prima infanzia di un Gad davvero convincente nella sua incredibile storia umana che lo ha condotto al termine in una Italia ancora piena di tante contraddizioni ma tanto, tanto amata. Cittadinanza ampiamente acquisita nel clima e nelle esperienze vissute con i compagni di scuola e nell’insegnamento di una straordinaria maestra ma per l’ufficialità italiano soltanto dopo il matrimonio con una italiana: davvero stramba questa Italia.
Per gli aspetti economici sono molto utili gli stranieri con il loro lavoro, le loro attività. Anche nel resoconto dell’ultima finanziaria Berlusconi, viene descritta e dichiarata vitale la presenza degli emigrati in Italia. Economia che conta molto sul loro apporto in termini di contribuzione ma purtroppo molto poco in termini di ricaduta, garanzie ed assistenza. Molto interessante per il senatore Legnini questo quadro per delineare una sorta di ineluttabile visione politica contorta, oramai trapassata ma che resiste ancora in alcune linee di pensiero nei meandri del potere e che con grande fatica riusciamo a debellare se non addirittura a scorgere.
«Quando in televisione ho sentito un deputato affermare che bisogna tagliare gli estranei – nel suo intervento l’arcivescovo Bruno Forte – ho sentito un senso di dolore e di vergogna anche perché è stato detto da un mio concittadino, da un italiano. In una gerarchia di giustizia, bisogna tutelare i più deboli… Il fondamento di tutto è capire che ogni essere umano è persona ed ha il diritto imprescindibile di essere rispettato in quanto persona irripetibile … Se la dignità va rispettata, la si deve rispettare nella sua integralità. È il rapporto con gli altri che ci fa essere quello che siamo».
Non poteva mancare il saluto del sindaco Di Primio, chiamato in causa per descrivere i doveri delle autonomie locali nell’integrazione: «Ringrazio CVM per questo bel momento, dobbiamo cercare di incrementare l’integrazione. Una cosa che deve fare un amministratore è stare attento a quello che gli succede intorno perché ciò che succede agli altri, succede anche a noi. Si deve sviluppare una cultura del per e non del contro. Il rispetto per l’uomo non è decidere chi buttare dalla torre, ma cementificare la torre perché nessuno cada di sotto».
Conclusioni riservate al personaggio della serata; un Gad che non cela affatto il lato burbero di carognetta nel porre ancora domande alla politica ed ai suoi rappresentati: «Con il resto del mondo bisogna fare i conti sia quando ti viene in casa sia quando sei tu ad andare altrove per cercare soluzioni per il tuo futuro. L’intreccio, l’incerto, il viaggio, la conoscenza di ciò che è l’altro, l’imparare le nuove lingue e allo stesso tempo il riconoscere i talenti che ti vengono in casa insieme alle persone di fortuna sono un tutt’uno. Io sono un beneficato dall’immigrazione. La mia famiglia si è salvata emigrando ed io ho trovato in Italia un paradiso e ne sono consapevole. Ho tolto qualcosa a qualcuno diventando cittadino italiano? Credo e spero di no, credo di aver portato anche qualcosa. Questi abruzzesi, questi abitanti della provincia di Chieti daranno il loro contributo perché sono stati capaci di andare a cercare qualcosa fuori, lontano, acquisendo la conoscenza di stare tutti insieme».(Francesco Rapino)