L’arrivo di Laura, Rappresentante CVM, in Etiopia
“Visitare le cooperative significa toccare con mano la forza delle donne, che insieme possono fare tanto…”
L’Amhara è una regione dell’Etiopia centro-settentrionale, sede del lago Tana da cui ha origine il Nilo Azzurro, uno dei principali affluenti del fiume Nilo, nonché responsabile delle sue piene, che furono tanto preziose per l’evoluzione e la prosperità dell’Antica civiltà Egizia. Si tratta di una regione prevalentemente montagnosa, ricchissima di bellezze naturali e di storia: oltre al lago Tana, il più grande bacino d’acqua dolce del paese, ospita anche il Ras Dashen, la montagna più alta, e la maggiore quantità di siti UNESCO di tutta l’Etiopia. La regione è prevalentemente abitata da un’etnia autoctona chiamata, appunto, Amhara, da cui prende il nome anche la loro madrelingua: l’Amarico, ovvero una lingua afroasiatica di origine semitica, nonché una delle 5 lingue ufficiali del paese.
CVM opera in questa regione fin dall’inizio della sua missione, dapprima con interventi durante la pandemia dell’HIV, poi con progetti legati ai diritti dei bambini di strada e delle donne, specialmente quelli riguardanti la regolamentazione del lavoro domestico, fino all’implementazione di sistemi idrici e servizi igienico-sanitari.
Attualmente CVM porta avanti 3 progetti in quest’area: il progetto STREAM, sulla protezione dei bambini di strada, con sede a Bahir Dar; il progetto EMPOWERD, sulla promozione dei diritti delle lavoratrici domestiche e la creazione di Associazioni delle stesse, con sede a Debre Markos; il progetto WASH-UP sull’implementazione di sistemi idrico sanitari, con sede a Debre Work.
Nell’ambito del progetto Wash-up, CVM svolge un ruolo cruciale nel supportare e monitorare la formazione e lo sviluppo di cooperative gestite da donne. Gli animatori svolgono attività di formazione e follow up per coloro che decidono di aprire un business, seguendole dalla fase di registrazione della cooperativa, a quella della divisione di ruoli e responsabilità tra le socie; dall’elaborazione di un business plan vincente, alla gestione delle finanze e delle rimesse. CVM contribuisce con un capitale d’avvio della società, che può essere sia in kind, come la pompa per l’acqua e semi da piantare, o in moneta.
In Amhara ci sono 8 cooperative, alcune di recente costituzione, altre più datate. Sono donne forti, determinate nel loro lavoro, pronte a trovare soluzioni e sapienti amministratrici delle loro finanze. Per lo più coltivano grano, tef e altri ortaggi di stagione. C’è infatti una legge governativa che impone loro di dedicare parte della coltivazione alla produzione di frumento e tef. Tuttavia, il loro sogno è altro: magari aprire una casa da tè, un ristorante, un negozio e CVM le aiuta a sognare in grande e a non arrendersi. Il ricavato dell’attività agricola va per la maggior parte versato nel conto bancario della società e per il resto diviso tra le socie, alle quali viene chiesto di aprirsi un conto corrente personale. Il conto bancario societario è dunque alimentato dal ricavato della produzione agricola e dalle quote mensili versate dalle socie e ciò che ne deriva dovrebbe essere reinvestito in altri tipi di attività più redditizie.
Allo stato iniziale, per incrementare il guadagno c’è bisogno di incrementare la quantità di terra a disposizione e molto spesso queste donne non ne hanno parecchia. Qui la sfida più grande è quella di riuscire ad ottenere terre in usufrutto dal villaggio (Kebele) e per una cooperativa di donne non è facile. I nostri animatori sensibilizzano la comunità e facilitano le negoziazioni con il capo villaggio.
Visitare le cooperative significa toccare con mano la forza delle donne, che insieme possono fare tanto. Basta pensare alle strade da percorrere per ore tra campi e villaggi, strade rigorosamente non asfaltate. Poi, all’arrivo, l’accoglienza è unica e già alla vista è un refrigerio per l’anima.
Ci hanno accolto cantando, vestite dello stesso colore, dai tipici netela, bianchi a graziosi vestiti rosa. Dentro la loro sala da tè, sotto una tenda vicino all’orto, oppure al tramonto nei campi di grano, non poteva mancare il rituale del caffè: l’odore tostato dei suoi chicchi misto all’incenso fumante dei bracieri, e poi ancora shirò, enjirà, hambasha, una specie di focaccia molto alta e di forma ovale avvolta nel fogliame e la tella, una birra locale fatta prevalentemente da tef fermentato.
Durante la nostra visita in Amhara, abbiamo incontrato due associazioni di lavoratrici domestiche che stavano facendo il loro meeting trimestrale, nel quale hanno fissato i loro target ed obiettivi per i mesi futuri, tra cui incrementare il numero di associate ed il numero di contratti lavorativi. A Debre Markos hanno organizzato un grande spazio che utilizzano anzitutto come sala riunioni e centro informazioni per le lavoratrici domestiche, inoltre vi erogano diversi servizi per generare reddito, come la vendita di enjirà e il servizio docce.
Sono donne fortemente motivate a far valere i loro diritti e ad espandere la loro attività. Il pranzo che ci hanno offerto era davvero squisito, completamente preparato da loro, ed hanno ripetutamente chiesto un nostro feedback sulle pietanze, poiché stanno svolgendo un corso di cucina per migliorare le loro abilità culinarie e possibilità lavorative.