CONFERENZA PER UN LAVORO DEGNO E UNA MIGRAZIONE SICURA
Venerdì scorso, 24 giugno , CVM Etiopia, ha tenuto una conferenza nazionale sul lavoro domestico e migrazione sicura a cui, a livello federale, hanno partecipato personalità del Ministero del Lavoro; Ministero della Giustizia; Ministero dell’Imprenditoria e dell’Industria; CETU – Confederazione del Sindacato Etiope; la presidentessa del Network nazionale di Lavoratrici Domestiche Andinet. Insieme alle corrispettive cariche governative delle regioni Amhara, Oromia, la regione del Sud, Sidama e la presidentessa delll’Associazione di lavoratrici domestiche di Hawassa.
Si sono condivise esperienze e buone pratiche attuate da ogni regione per promuovere condizioni favorevoli per il lavoro domestico e una migrazione sicura. Per esempio, per la regione Amhara si è detto che ci sono troppe poche agenzie di impiego in comparazione alle persone che vogliono migrare. Nella regione del sud le agenzie dell’impiego hanno spesso di lavorare all’estero dallo scoppio della pandemia. Interessante, il caso della recente regione Sidama, che a maggio ha firmato una disciplinare regionale sulla migrazione con l’istituzione di un consiglio e una coalizione preposti a gestire le tematiche legate alla migrazione, ovvero a rafforzare degli organi giudiziari, monitorare gli uffici governativi che si occupano di migrazione, e promuovere una migrazione sicura su tutto il territorio regionale.
Un altro importante intervento è stato quello di CETU. CVM e CETU hanno sviluppato un format contrattuale che si inserisce nell’articolo 1732 del codice civile etiope ed è stato presentato chiedendo ai partecipanti di fornire i loro feedback sulla questione. Nel contratto è importante che ci siano i nominativi dei datori di lavoro, così come tutte le mansioni da ricoprire; ed è fondamentale che i lavoratori al momento dell’assunzione vengano sottoposti ad un primo orientamento lavorativo e su come usare gli elettrodomestici e altri strumenti casalinghi. Da parte sua invece, il lavoratore deve essere onesto nei confronti del suo datore di lavoro.
Si evidenzia la necessità di avere dei contratti scritti standardizzati su tutto il territorio nazionale. Ad oggi non c’è un contratto formale per il lavoro domestico, proprio perché non c’è alcuna legge che lo regolarizza. E regolamentare e condividere un format contrattuale che sia standard per tutti pone delle buone basi su cui poter poggiare poi la ratifica della Convenzione 189.
Laura Vallesi
Rappresentante CVM Etiopia