Tanzania, la speranza che nasce dai diritti
di Asmae Dachan
Con un velo di malinconia nel cuore si è concluso il viaggio in Tanzania. Un’esperienza totalizzante, insieme a tante donne e tanti uomini che si dedicano alla formazione e alla tutela di donne e bambini vulnerabili.
Da Dar as Salam a Dodoma, da Morogoro a Bagamoyo, abbiamo incontrato street leaders, community justice facilitator, attivisti, politici e referenti territoriali che lavorano nell’ambito dei diritti umani e cooperano con CVM – Comunità Volontari per il Mondo. Abbiamo anche partecipato alla sesta edizione dell’Iniziativa nazionale per le lavoratrici domestiche, che ha visto il coinvolgimento di politici, sindacalisti, rappresentanti di associazioni e volontarie.
Gli incontri più intensi e coinvolgenti, come è facile immaginare, sono stati però quelli con i beneficiari dei progetti, le domestic workers e le bambine sostenute dal progetto Africa for Tomorrow. Le testimonianze delle lavoratrici domestiche, offerte generosamente, con emozione e ritrosia, restituiscono la fotografia di vite che sono cambiate e di una speranza che è rinata con la forza dirompente del sole all’alba. Quasi tutte hanno conosciuto l’abbandono e lo sfruttamento, la solitudine e la paura, ma dopo l’incontro con CVM hanno cominciato a frequentare corsi di formazione sui loro diritti, sulla contrattualistica, su come trattare coi datori di lavoro, su come svolgere al meglio la propria professione. Hanno capito di essere importanti, di valere tanto quanto i professionisti di tutti gli altri settori, di poter essere fiere del proprio lavoro. Nei loro occhi abbiamo letto tanta voglia di riscatto e anche il desiderio di fare rete con altre donne, coinvolgendo quante più domestic workers possibile. Vedere tante giovani che sino allo scorso anno erano vulnerabili, all’oscuro dei propri diritti e insicure, essere diventate attiviste in associazioni a tutela delle lavoratrici domestiche è stata un’emozione forte.
Gli incontri con le bambine beneficiarie del progetto Africa for Tomorrow sono stati altrettanto toccanti. Le abbiamo incontrate nel villaggi dove vivono, in contesti umili e spesso ostili, ma anche nella loro scuola, in mezzo ai loro compagni e coetanei. Alcune di loro sono costrette a lavorare a causa dell’estrema povertà delle rispettive famiglie, ma hanno potuto riprendere gli studi, hanno ricevuto libri, quaderni, scarpe e divise, per essere come tutti gli altri. Parlano quasi sempre con gli occhi abbassati, ma sui loro visi si dipingono splendidi sorrisi quando si chiede loro di parlare dei sogni per il futuro.
La Tanzania è una nazione di giovani e guarda al futuro con speranza. Una speranza che nasce dal riconoscimento e dalla promozione dei diritti umani.