
Testimoni di speranza: le parole di Papa Leone XIV ispirano il nostro cammino
Viviamo un momento storico caratterizzato da guerre, violenze, disuguaglianze raccontate in diretta. Grazie alle nuove tecnologie, infatti, stiamo assistendo in tempo reale a bombardamenti, stragi di innocenti, civili inermi che muoiono dopo essere stati affamati e persone oltremodo ricche che ostentano le proprie ricchezze. Non c’è più nemmeno bisogno della presenza di cronisti sul posto. Oggi bastano semplici smartphone collegati in rete per documentare e diffondere immagini che in altri tempi sarebbe stato inimmaginabile vedere e che, quantomeno, avrebbero smosso le coscienze dell’opinione pubblica e della politica internazionale. Mentre la prima sembra cosciente della gravità di quanto accade e si mobilità con iniziative dall’alto valore civile, purtroppo la politica latita, come il Diritto internazionale. Di fronte a tanta barbarie e violenze, in molti rispondono con l’indifferenza e in molti casi con la complicità, ponendo veti, vendendo armi, non condannando i responsabili di quei crimini e mantenendo le alleanze con loro.
Non si tratta purtroppo solo di Gaza e del Medio Oriente, né dell’Ucraina, non si tratta solo di bombe. Secondo l’ultimo report di PHR – Physicians for Human Rights “Il blocco degli aiuti da parte degli Stati Uniti ha interrotto la fornitura di prodotti essenziali per l’HIV, limitato l’accesso ai servizi di salute materna e messo a rischio interventi nutrizionali essenziali. In un Paese in cui quasi la metà dei bambini soffre di ritardo della crescita e la mortalità materna rimane elevata, la perdita di servizi sanitari potrebbe avere conseguenze devastanti, vanificando decenni di conquiste duramente conquistate e indebolendo la capacità dell’Etiopia di rispondere alle sfide sanitarie attuali e future”. L’interruzione degli aiuti americani in Tanzania potrebbe avere gravi conseguenze socio-economiche. I settori più colpiti sarebbero la sanità, l’istruzione e lo sviluppo rurale, dove molti programmi dipendono dai finanziamenti esteri. La riduzione dei fondi potrebbe compromettere l’accesso alle cure mediche, specialmente nella lotta contro HIV/AIDS e malaria. Anche l’istruzione primaria e secondaria rischierebbe un rallentamento nei progressi raggiunti. A lungo termine, ciò potrebbe aumentare la povertà e ostacolare la crescita sostenibile del Paese.
Proprio di fronte a uno scenario così sconfortante bisogna decidere di agire, di rispondere all’indifferenza con l’iniziativa, privata e di gruppo, che punta a costruire dove altri vogliono distruggere. Nel corso del Giubileo dei seminaristi, Papa Leone XIV ha esortato ti presenti ad essere “testimoni di speranza”. In termini laici e religiosi, essere testimoni di speranza vuol dire andare controcorrente e non piegarsi alla negatività, ma continuare a pensarsi parte della grande famiglia umana e di conseguenza agire per il bene. Se gli altri smettono di donare, noi ci impegneremo per continuare a farlo e farlo sempre meglio. Il nostro impegno in Etiopia e Tanzania continua a beneficio di bambini, donne e comunità rurali. Un impegno che è costruttivo e lungimirante, che punta su educazione, consapevolizzazione, formazione, continuità, sostegno e pianificazione. L’aiuto non può essere ostaggio della politica o degli umori dei potenti, ma deve restare frutto di una scelta etica e duratura.