
Dal silenzio alla voce: insieme per la libertà delle donne etiopi
di Ester Orso, civilista CVM Etiopia
Erano gli anni ’70 e nelle manifestazioni femministe risuonava lo slogan “il personale è politico”. Oggi quelle parole sembrano arrivare da un tempo lontano, eppure parlano ancora di noi. Resta solo da chiederci se siamo pronte a riappropriarcene.
Ho scelto di iniziare a raccontarvi la nostra giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con questo slogan incisivo perché la violenza contro le donne continua troppo spesso a consumarsi nella sfera personale e rimane relegata nelle mura domestiche. Ma ciò che avviene “nel privato” ha radici politiche profonde ed è alimentata da disuguaglianze, stereotipi di genere e mancanza di tutele. La violenza domestica non è un fatto privato: è una questione politica e richiede dunque una risposta collettiva.
“La violenza non è un problema individuale: è un fenomeno sistemico che colpisce donne di tutte le età, etnie e condizioni sociali”, sono proprio queste le parole con cui Tsehay Mogesse, coordinatrice dei progetti sociali di CVM, ha iniziato il suo discorso durante la giornata allo Shelter di CVM.
Allo Shelter di CVM, abbiamo dato voce alle esperienze delle ragazze accolte nel rifugio attraverso una potente performance teatrale. La loro storia raccontava di una giovane ragazza mandata in città per studiare, per poi essere intrappolata nel lavoro domestico e nello sfruttamento. Non si tratta di un caso isolato, ma della realtà che milioni di ragazze vivono in silenzio.
Inoltre, una delle ragazze ha condiviso una poesia intensa, dedicata al coraggio, alla forza e alla resilienza delle donne.
Le parole di Tsehay, unite a quelle della ragazza che ha recitato la poesia, ci hanno ricordato che la libertà delle donne e la loro autodeterminazione sono una responsabilità collettiva, così come lo è porre fine alla violenza. Il silenzio è complice: solo insieme, alzando le nostre voci, possiamo costruire un futuro migliore e ottenere cambiamenti concreti.








