Reality show tra i rifugiati, è proprio necessario?
“Buongiorno mi chiamo Claudia Mocci, cagliaritana di 26 anni, e sono una giovane volontaria che lavora in Ciad, mi occupo di cartografia opensource nelle zone di crisi umanitaria, precisamente nei campi rifugiati al sud del Paese.
Mi spiace disturbarvi ma sento di non poter più tacere. Stamane mi è passata tra le mani questa notizia, un’iniziativa della Rai, dell’UNHCR e dell ‘ONG Intersos. Il primo reality umanitario che vedrà impegnati un manipolo di “vip” nostrani” a “regalare qualche giorno di spensieratezza alle popolazioni locali”.
Non riesco a trovare delle informazioni sul sito della Rai che confermino il tutto ma le dichiarazioni di alcuni di questi volti autorevoli della cultura italiana fanno supporre che questo scempio andrà in onda. Non riesco a descrivere l’enorme spaccatura interiore e quel forte senso di vergogna che ho provato leggendo questo articolo, mentre leggevo ho ripensato a tutte le persone incontrate nei vari campi rifugiati di Goré, ho pensato alla richiesta di tutti di non fare foto poiché i rifugiati molto spesso rivivono il trauma di quando venivano filmati, fotografati, schedati dalla polizia una volta arrivati nella nuova terra. Dignità e rispetto. Vi prego, se fosse possibile, di dare risalto a questa notizia, nella speranza che qualcuno con una voce un pò più grossa della mia dia uno scossone in merito. Siamo arrivati ad un punto in cui tutto (ma proprio tutto) fa spettacolo, ed è amaro constatare come per molti la realtà sia diventata ciò che vediamo in tv.
Quasi che un fatto, una persona, un fenomeno per essere reale debba prima passare in tv perché il mondo ne sia consapevole…Va “esibito” altrimenti non è reale…Vi assicuro che non è necessario esibire la sofferenza di queste persone per capire che è reale. Basterebbe comunicarla in maniera diversa, non come se fossero animali da macello”.
Claudia Mocci
fonte: VpS
photo credit: United Nations Photo via photopin cc