L’UE ‘rivaluta’ la cooperazione internazionale
La cooperazione internazionale potrebbe diventare parte integrante della politica estera dell’Unione Europea, nonché una delle poche voci della spesa comunitaria che escono rafforzate dalle trattative per il bilancio 2013-2020.
di Francesca Di Fronso
I ministri europei per lo sviluppo hanno recentemente discusso “l’European Development Fund” (EDF), fondo europeo destinato ai paesi in via di sviluppo, nello specifico Africa, Caraibi e area del Pacifico (gruppo ACP), approvando un budget più sostanzioso di quello che ci si aspettava. Questo piano, istituito nel 1957 con i trattati di Roma, dura 6 anni e impegna tutti i paesi membri dell’UE a darsi da fare in prima persona per stanziare fondi che sostengano i progetti che coinvolgono i paesi in via di sviluppo.
Nonostante molti paesi europei stiano attraversando enormi difficoltà economiche, i ministri hanno deciso di stanziare 31.5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, un importo superiore di un miliardo rispetto a quello proprosto inizialmente dalla Commissione Europea. La differenza è sostanziale rispetto ai fondi stanziati per il periodo 2007-2013, che era di 22.682 miliardi di euro. Dunque, i paesi in via di sviluppo resteranno una priorità per le future politiche economiche e sociali del vecchio continente.
Un altro obiettivo di cui si è discusso sul tavolo dell’UE è stato l’attuazione di politiche di aiuto pubblico allo sviluppo (ODA): i leader europei chiederanno resoconti annuali al Consiglio per gli affari esteri, per capire come vengono utilizzati i fondi stanziati per questo progetto; infatti, l’Europa resta il principale paese sostenitore di politiche di sviluppo.
Un tema che scalda la discussione politica è il programma “Agenda for change”, che cerca di avere un approccio deciso per ridurre la povertà; i ministri dovranno discutere di come le istituzioni UE tenteranno di portare a compimento in maniera mirata questo progetto, che evidentemente si affianca ai Millenium Development Goals 2015 dell’ONU. L’Agenda for Change ha come sue due aree di azione principali i diritti umani (attraverso governance e democrazia), e una crescita inclusiva e sostenibile. Secondo quanto riferito, inoltre, si apprende che è stata approvata una lista di paesi partner in cui gli stati membri e l’Unione stanzieranno fondi per includerli nell’agenda di sviluppo.
E, a proposito degli Obiettivi del Millennio, è stato messo sul tavolo anche il punto in cui si trova questo progetto, in una visione eco-sostenibile e socialmente equa del futuro. Secondo molti dei ministri presenti, con questo progetto non si sta facendo abbastanza per sanare le piaghe più dolorose che affliggono il nostro pianeta; per i ministri europei, comunque, è imprescinbile creare condizioni di eguaglianza e giustizia sociale per raggiungere lo scopo di sradicare la povertà.
Fonte: Vps
Per approfondire:
European Commission – Development and cooperation
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