La storia di Haymanot
Haymanot ha 25 anni, i suoi genitori sono morti e non ha fratelli e sorelle. Cinque anni fa un broker la convince a partire per Dubai per lavorare: Haymanot è sola ed ha bisogno di soldi, così accetta. Purtroppo, questa persona l’ha ingannata e Haymanot si ritrova a Beirut, in Libano, a lavorare a casa di un uomo come domestica.
Lavora giorno e notte, senza ricevere uno stipendio e senza poter uscire di casa. Il suo datore la tortura in modi molto violenti: non le da da mangiare, non la fa riposare, la violenta continuamente (perde così la sua verginità), la picchia tanto da romperle il naso. Addirittura le butta addosso acqua bollita per il solo piacere di vederla soffrire. Un giorno la colpisce con un coltello e la lascia sanguinare per due giorni senza darle assistenza.
Haymanot è esausta e vorrebbe scappare, ma è chiusa in casa.
A marzo, con l’arrivo del Covid-19, il padrone decide che non le serve più e la abbandona per strada. Haymanot è di nuovo sola, senza cibo ne acqua, non ha soldi con se e non ha vestiti puliti. Passa giorni e notti davanti l’ambasciata etiope nella speranza di poter essere accolta e riportata nel suo Paese.
Grazie alla Caritas, all’ambasciata etiope e all’aiuto del CVM, dopo alcuni giorni Haymanot può prendere un volo che la riporta in Etiopia, al nostro centro di accoglienza in Addis Abeba.
Lo staff medico, i consulenti e gli assistenti sociali si prendono cura di lei e dei suoi problemi psicologici causati dagli anni di abusi e dai traumi subiti: non riesce a dormire, ha gli incubi, rivive le torture subite, piange spesso ha le allucinazioni. E’ così spaventata che non riesce a parlare e stare insieme alle altre persone.
Il suo percorso di reintegrazione è molto lungo, ma con l’aiuto ricevuto ricomincia una nuova vita. Dopo alcune settimane inizia ad aprirsi, a parlare agli altri di ciò che ha vissuto e a prendere parte alle attività del centro.
Lentamente Haymanot riprende sicurezza in sé, ed arriva il giorno in cui è pronta a lasciare il centro di accoglienza: torna a vivere nella sua città natale, dove ha il supporto dei suoi amici e si sente al sicuro. Avvia, insieme al supporto del CVM, una sua attività di abiti di seconda mano e a breve parteciperà al nostro corso per accrescere le sue competenze nel mondo del lavoro. Oggi ha un lavoro dignitoso e sicuro, ed il rispetto delle altre persone. Lo staff del CVM è in contatto costante con lei e, grazie anche al tuo aiuto, ora vive serena.
Haymanot, come le altre ragazze arrivate al nostro centro, ha un’incredibile forza e tanta voglia di riprendere in mano la sua vita nonostante tutto ciò che ha subito.
Puoi donare e aiutarci a condividere la nostra campagna su GoFundMe.com per dare una nuova vita alle ragazze che come Haymanot sono state vittime di abusi.
Un piccolo gesto che per ciascuna di queste donne rappresenta un grande passo verso la ripartenza e la speranza in una vita dignitosa.