Addio a Walter Farella, storico presidente CVM
Di Attilio Ascani
Walter Farella è stato un socio CVM della prima ora ed ha sempre accompagnato il lavoro dell’associazione, insieme alla moglie Giovanna ed al cognato Pino, fin dai suoi albori.
Ha servito nel ruolo di presidente CVM più di ogni altro socio, mettendosi a disposizione per ben 5 mandati in momenti ed epoche diverse della vita dell’associazione. Nato a Taranto nel 1946 si è laureato in legge a Macerata dove ha conosciuto Giovanna.
Lo spirito di servizio era connaturale a Walter ed è sempre vissuto in funzione degli altri, vivendo il suo ruolo di marito, padre o presidente sempre come facilitatore mettendo il suo tempo e le sue energie a disposizione della crescita e del lavoro degli altri.
Mediatore instancabile, sempre disponibile a ricucire crepe ed ammorbidire frizioni che ogni associazione prima o poi sperimenta, tenendo fisso lo sguardo sul bene più importante. Persona con una fede grande e matura, trovava il tempo per accompagnare la comunità parrocchiale in diversi servizi.
Avevo conosciuto Walter e Giovanna nel 1980 prima di partire per l’Etiopia quando io e Peppe abbiamo avuto la possibilità di apprezzare, in più occasioni, la calda ospitalità della loro casa. Ci siamo poi ritrovati in Etiopia, durante la sua prima missione in Africa nel 1982. Insieme a Fausto Mazzieri era venuto a vedere come procedeva il nostro lavoro di scavo pozzi in Wolayta, nel sud dell’Etiopia, a smussare un po’ di attriti fra volontari e religiosi dopo due anni di convivenza, e preparare il terreno per la seconda equipe che si stava formando. Da lì hanno continuato il viaggio a Bujumbura (Burundi) per incontrarsi con i P. Saveriani che lavoravano nel vicino Congo e preparare il terreno per il secondo progetto del CVM nelle foreste del Kivu.
Nell’estate dell’83 siamo andati insieme in missione in Bangladesh ed India per esplorare la possibilità di avviare dei progetti. Insieme abbiamo visitato Dakka, le missioni dei P. Saveriani nel nord del Paese, poi a Bombay per incontrare un sacerdote che si occupava di lebbrosi e di ritorno a Dakka abbiamo visitato la casa di accoglienza per i malati di Santa Teresa di Calcutta. Nelle tre settimane che è durato il viaggio io gli traducevo le comunicazioni in inglese, lingua che lui non conosceva, e lui mi riempiva di attenzioni, da premuroso fratello maggiore.
Walter era il presidente ideale per CVM. Con una formazione giuridica, era attento ai dettagli ed anche alla forma, nello stesso tempo sapeva tenere lo sguardo sulle cose importanti: le persone, i poveri, tutti quelli a cui i nostri progetti dovevano offrire un po’ di sollievo. Mediatore instancabile, dedicava molte energie a ricucire le relazioni, facilitare il dialogo fra le diverse sensibilità, cercando di essere sempre inclusivo ed accogliente delle divergenti opinioni di tutti. Era il timoniere ideale per una realtà di volontariato che si stava rapidamente strutturando per gestire budget importanti.
In Africa insieme ci siamo tornati nel 2004 in missione di monitoraggio ai progetti in Etiopia. Tornavamo nel Paese dove io avevo lavorato per dodici anni e da sette anni ne seguivo i progetti dall’Italia. Quindi Walter si sentiva meno responsabilizzato e mi lasciava gestire incontri e visite osservando e valutando situazioni e persone con un po’ di distacco. Ci accompagnava mio figlio Jonathan che tornava appena tredicenne nel Paese dove era nato e trovava in Walter il perfetto compagno in un viaggio impegnativo. E così a cena Walter ordinava le patatine fritte da dividere con Jonathan a cui piacevano, ovviamente allungando notevolmente i tempi della cena perché da quelle parti le patatine non erano nel surgelatore, ma dopo aver preso l’ordine cominciavano a sbucciare le patate e poi tutto il resto.
Finché le forze glielo hanno consentito Walter si è dedicato alla raccolta fondi per CVM con l’aiuto di qualche amico. Così tutte le domeniche di Avvento, e tutte le domeniche di Quaresima giravano per le parrocchie di Ancona a fare banchetti e raccogliere fondi per i progetti del CVM. Insieme a Giovanna, ha creduto fino in fondo nel lavoro di CVM, sia in Italia che in Africa, e ci ha messo tempo, cuore e fatica. Però Walter un difetto lo aveva anche lui: tifava Juve.