Alla scoperta dell’Etiopia della speranza | La visita degli esperti ENEA nel Sud del Paese, fra progetti CVM e nuovi orizzonti di lavoro.
È un pugno allo stomaco. Gli occhi mi lacrimano dietro la stoffa che mi copre naso e bocca. L’odore è pungente, intenso. La gente intorno mi osserva, sorride incuriosita e – direi – un po’ impietosita. Quasi mi imbarazza avere questa reazione. Perché io qui son solo di passaggio, ma loro ci vivono.
Questa sensazione ha accompagnato buona parte della visita organizzata da CVM con due esperti dell’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) Loris Pietrelli e Roberto Farina. L’ENEA è coinvolta nel progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che CVM sta implementando nella Regione Southern Nations Nationalities and People. Lo scopo della missione è quello di valutare e migliorare i sistemi biogas e quelli di trattamento delle acque con alte concentrazioni di fluoruri e ferro.
In 10 giorni, partendo da Addis Abeba, abbiamo percorso, con ritmi serrati, circa 3000 km, attraversando e raggiungendo, nel nostro viaggio verso il Sud, Soddo, Sawla, Basketo, spingendoci fino SemenAri, per poi risalire ad Awassa, Langute, Durame e Modjo, con serpentine tra asini, capre, carretti, buche e calorosa accoglienza. Ai nostri colli si sono succedute le sciarpine con i colori delle woreda visitate, abbiamo stretto tante mani, ammirato la Rift Valley, mangiato con la gente injera, kocho e kolo, partecipato incantati alla cerimonia del caffè. Ma soprattutto abbiamo toccato dal vivo e analizzato le tante trasversali difficoltà che la gente qui è costretta ad affrontare giornalmente.
Le cittadine hanno un improvvisato sistema di raccolta dei rifiuti, che determina danni ambientali seri, soprattutto se si considera che i rifiuti vengono accatastati in prossimità di fiumi o pozzi. I centri di assistenza ospedaliera sono privi di elettricità e anche qui la situazione sanitaria è precaria. Le carceri sono sovraffollate con servizi igienici, laddove presenti, non in grado di smaltire il carico prodotto. L’accesso all’acqua potabile è limitato. E quando si trova una fonte, talvolta questa è inutilizzabile, perché ferro e fluoro contaminano le falde, a causa di processi geologici naturali.
La gioia poi ci coglie quando arriviamo nei luoghi dove CVM ha già realizzato i suoi progetti. Abbiamo visitato la comunità di Langute. Ora, grazie a un sistema di filtraggio congegnato dallo staff di Comunità Volontari per il Mondo, si può bere acqua pulita. Entriamo nei kojo bet, le case etiopi dai tetti in paglia. Nel buio, guidate dalle donne orgogliose, scopriamo i filtri domestici che utilizzano per abbattere la concentrazione di fluoruri nell’acqua, posizionati su scaffali decorati con fiori, proprio come altarini. E poi gli impianti biogas nelle prigioni, ancora realizzati da CVM, che aiutano a superare i problemi ambientali connessi allo smaltimento dei reflui e a produrre gas per preparare shi (the) e wat (sugo) per i detenuti.
La collaborazione con l’ENEA ci consentirà di sviluppare nuovi progetti e migliorare le attività in essere. Abbiamo incontrato gli uffici governativi, a livello di woreda, zona e regione (le unità di amministrazione del territorio), fino al Ministero delle Risorse Idriche e l’Università di Addis Abeba. Loris e Roberto si sono perfettamente calati nel contesto etiope e hanno colto le difficoltà legate alla necessità di sviluppare metodologie sostenibili. Le informazioni raccolte, i bisogni ascoltati e le idee nate sono tante e stimolanti per migliorare le condizioni di vita di quelle comunità che insieme abbiamo conosciuto.
Ci han salutato durante il nostro viaggio con una intensa spallata (è così che qui si usa fare). In questo gesto, mentre il mio corpo è così vicino al loro, sento un silenzioso ringraziamento per quanto fatto e per quanto faremo. Insieme, ognuno col suo diverso ma importante contributo.
Lia Romano CVM – Rappresentante Paese Etiopia