Appello di CONCORD Italia al Premier Renzi sulla politica migratoria in vista della riunione del Consiglio UE del 17-18 Marzo 2016
Sottoscriviamo e pubblichiamo la lettera di Concord Italia a Renzi per un’Europa solidale con i migranti e le popolazioni in conflitto. L’accordo con la Turchia per lo sbarramento dei confini non può essere la soluzione al problema migratorio. Anzi, strategie come queste non fanno che acuire la ferita, peggiorare la crisi che invece meriterebbe di venire affrontata con ben altra visione. Bloccare i profughi in Turchia, intrappolarli in campi polverosi, rendere il loro cammino verso la salvezza e la fine dell’incubo impossibile, non è una soluzione. E’ solo un atto tampone, privo di lungimiranza e profondità di visione, che nega i più basilari diritti umani, e rende la situazione geopolitica di quell’area ancor più compromessa.
Di seguito il testo della lettera a Renzi:
“Appello di CONCORD Italia al Premier Renzi sulla politica migratoria in vista della riunione del Consiglio UE del 17-18 Marzo 2016″
Attenzione Presidente del Consiglio dei Ministri
Matteo Renzi
Gentile Presidente Renzi,
la piattaforma CONCORD Italia, parte della Confederazione di 2400 ONG europee, esprime particolarepreoccupazione per la perdurante incapacità dell’Unione Europea e degli Stati membri di accordarsi e realizzare una politica migratoria umana efficace che porti a soluzioni durature per i milioni di rifugiati, sia in Europa che nei paesi di transito e nelle regioni di conflitto.
Questa situazione è frutto di una crisi di solidarietà. Ora più che mai c’è bisogno di solidarietà tra gli stati membri dell’UE per sconfiggere la globalizzazione dell’indifferenza e la crescita dei movimenti xenofobi e antieuropeisti. È necessario formare una coalizione unita, costituita da 28 governi lungimiranti e responsabili verso i bisogni di sicurezza dei migranti, dei richiedenti asilo, delle vittime dei conflitti. È comunque possibile fin d’ora usare lo strumento della cooperazione rafforzata tra un gruppo di paesi membri che scelgano di fondare la loro politica sui valori e i principi costitutivi dell’Europa. Altrimenti il rischio è quello di arrendersi alle forze che puntano sulla paura, mettendo in dubbio la credibilità stessa dell’Unione.
La nuova strategia europea sta portando alla definizione di un accordo con il governo turco sulla base di un programma di scambio (per ogni persona entrata irregolarmente in Grecia e poi respinta in Turchia, sarà ammesso un richiedente asilo proveniente dai campi profughi). Questo dovrebbe contenere i flussi in Turchia, riducendo la pressione sulla Grecia e rafforzando le frontiere esterne così da salvare l’accordo di Schengen.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi ha giustamente osservato che questo approccio basato sul respingimento collettivo e sullo scambio di individui è in conflitto con la convenzione sui rifugiati del 1951, che garantisce a ogni richiedente asilo il diritto di essere assistito, la possibilità di ricorrere in appello se respinto e, soprattutto, assicura che il richiedente sarà accolto in un paese che
garantisce i diritti umani. CONCORD Italia crede che, da parte dell’Unione europea, sia inaccettabile mettere in pericolo il sistema di protezione previsto da accordi internazionali.
È chiaro che i leader europei, proponendo questo accordo con l’intenzione di affrontare gli ingressi irregolari, hanno scelto di ignorare l’allarmante involuzione anti-democratica del governo turco. L’Europa guarda dall’altra parte, mentre il governo turco attacca e limita in modo grave le libertà interne, reprime l’opposizione e bombarda le popolazioni curde in Siria.
L’eventuale accordo non risolverà la situazione, anzi probabilmente aumenterà il rischio della vita per i rifugiati e nuovi affari per i trafficanti. Probabilmente si aprirà una nuova rotta via mare tra l’Albania e l’Italia, e si rafforzeranno quelle già esistenti tra il Nord Africa, Lampedusa e la Spagna.
È sempre più urgente che l’Europa agisca in maniera razionale e umana, con maggiore solidarietà e saggezza. È necessario che il Consiglio europeo metta in atto le seguenti misure:
• Porre fine alla costruzione di muri e barriere intorno alla Grecia e nei Balcani che costringono la Grecia a soccorrere decine di migliaia di rifugiati. La situazione a Idomeni è inaccettabile!
• Rispettare le Convenzioni internazionali di protezione dei Diritti Umani e le norme europee (Trattati Costitutivi e Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo). L’Unione Europea non può rinunciare ai suoi obblighi e alle sue responsabilità. Ognuno, chiedendo asilo, ha il diritto di essere ascoltato come individuo. Nessuno può essere respinto in gruppo. La solidarietà è un obbligo politico, morale e giuridico.
• Sostenere le operazioni di ricerca e soccorso con mezzi e navi di organizzazioni della società civile evitando coinvolgimenti impropri delle forze NATO che possono aumentare i rischi per i migranti, e un uso strumentale per fini geostrategici di sicurezza militare.
• Interrompere l’esternalizzazione della gestione dei flussi migratori verso altri paesi non UE; meccanismo che provoca più insicurezza umana, instabilità e maggiori bisogni umanitari lungo le rotte.
• Ricollocare le 160.000 persone come promesso dallo stesso Consiglio Europeo nel settembre 2015; al momento sono state ricollocate appena 700 persone.
• Superare il regolamento di Dublino, cancellando la regola del primo paese di arrivo e promuovere un meccanismo di riconoscimento reciproco dello status di rifugiato tra i paesi membri, per la creazione di un sistema comune di asilo.
• Rivedere la definizione di “Paesi sicuri”, escludendo quei paesi e quelle regioni dichiarati “parzialmente sicuri” per ragioni politiche. Questa richiesta riguarda in particolare la Turchia. Parimenti è importante riconsiderare la definizione di status di rifugiato e di protezione sussidiaria per considerare fattispecie non ancora previste.
• Attivare maggiori canali di ingresso regolare verso l’UE. In particolare, istituire corridoi umanitari per quelle famiglie di richiedenti asilo particolarmente vulnerabili, come è stato fatto da alcune organizzazioni della società civile in accordo con il governo italiano.
• Assicurare trasparenza ai Programmi di Sviluppo e Protezione Regionale, in modo che questi coinvolgano attivamente rifugiati e popolazioni locali.
• Affrontare le cause profonde dei flussi migratori. Il budget stanziato finora per affrontare la povertà estrema e la fragilità, in particolare in Africa, deve essere aumentato ed erogato anche attraverso la società civile, per assicurare il rispetto dei diritti umani e l’inclusione sociale ed economica.
Gentile Presidente, confidiamo che possa tenere conto delle nostre osservazioni e preoccupazioni e farsene portatore in occasione del prossimo Consiglio Europeo.
Francesco Petrelli – Portavoce di Concord Italia
Andrea Stocchiero – Coordinatore Gruppo Migrazione di Concord Italia; policy officer
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