Arrivederci Lala!
Salve a tutti!
Lo so che è un paio di giorni che non scrivo i miei aggiornamenti di Bagamoyo..sono stata poco bene, niente di grave, un comunissimo virus intestinale o “intossicazione alimentare” come l’ha puntualmente definita il dottore del dispensario da cui sono andata per sicurezza. La ripresa procede a pieno ritmo!
Nell’attesa di scrivervi nuovi più corposi articoli volevo però condividere queste foto: le abbiamo scattate venerdi scorso in ufficio CVM, durante il pranzo di saluto a Leema Ole Landei, per tutti Lala, una delle guardie masai dell’ufficio, che dopo 12 anni di onorato servizio, ha chiesto di rimanere a casa per riposarsi. Ha nostalgia di casa sua ed è venuto il tempo per lui di tornare a casa e dedicarsi alla cura degli animali.
Io ero un po’ “un’infiltrata”, quel giorno non ero a Bagea perchè stavo lavorando in ufficio con Emmanuel, uno dei facilitatori del CVM, alle brochures sui diritti dei minori che verranno pubblicate tra poco, e ho avuto la fortuna e l’onore di poter partecipare alla festicciola. Nulla di straordinario. Un “ semplice” pranzo condiviso, tutti insieme al tavolo come capita raramente per i ritimi di lavoro, davanti a un piatto di Pilao come vogliono le grandi occasioni tanzaniane, patate, carne e mboga mboga, la verdura cotta di accompagnamento. E poi naturalmente soda e cocacola. Qualcuno riprendeva con la video camera, in tanti ridevano, qualcuno era più silenzioso. Prima e durante il pasto a turno tutti si sono alzati in piedi per dire qualche parola di saluto a Lala. Tutti eccetto il suo “collega” Tanju, che dalla commozione non ha voluto dire nulla. Per ultimo Lala, ha ringraziato e salutato. Poche parole, e poi è tornato a sedersi. Finito il pranzo, c’è stato anche lo spazio del regalo: una shuka, il tradizionale mantello con cui si cingono i masai, a quadretti rossi e neri, che Lala si è subito messo e con cui poi ha fatto le foto.
I saluti di arrivederci non sono mai facili, soprattutto quando a partire è una persona che ha passato e condiviso con te tanto tempo, tanti momenti. Magari senza avere scambiato tante parole, ognuno preso dalla fretta e dai mille impegni personali, ma la semplice quotidiana presenza è qualcosa a cui ti abitui e che poi fai fatica a perdere di colpo. Nell’aria si percepiva un sentimento strano. La gioia dello stare insieme, che accompagna ogni momento di festa, e allo stesso tempo un po’ di commozione, più o meno celata. Ecco, un pranzo. Niente di eccezionale, forse, eppure un momento ricco e intenso, che ha colpito anche me che ero “l’ultima arrivata” e che faticavo a capire discorsi e pensieri.
Ecco, tutto qui, un pezzettino della nostra quotidianeità qui a Bagamoyo, che mi sembra cosi simile alla mia in Italia. Quando ci si saluta tra colleghi o compagni di scuola, dopo avere condiviso mesi di lavoro o di studio, anche di screzi, per poi accorgersi che anche il collega più antipatico o più silenzioso, forse un po’ ti mancherà..
Valentina Codeluppi