Bar worker e domestic worker, la forza delle donne
Nella regione dell’Amhara, nel nord dell’Etiopia, CVM implementa soprattutto progetti a tutela dei diritti umanitari. L’ufficio di Injibara, attivo da più di 20 anni, opera a supporto dei gruppi sociali più vulnerabili, tra cui quelli di bar worker e domestic worker, ossia lavoratrici domestiche e bariste. I progetti di CVM forniscono un supporto concreto a queste donne, particolarmente esposte a violenze e abusi.
Una nuova visione per le Bar worker
A Fenote Salam, nella zona del West Gojjam, da 5 anni si riunisce l’associazione di bar worker “Addis Ray”, “Nuova visione”. Come raccontato da Tshager, la presidente di 25 anni, CVM ha contribuito all’istituzione dell’associazione ed all’ottenimento di riconoscimento giuridico e ha fornito training in life skills, igiene e prevenzione dell’HIV. “Far parte di quest’associazione porta tantissimi benefici. Ci permette di comunicare direttamente con il Governo. Da sole non avremmo voce”, ci spiega. Inoltre, essa facilita l’ottenimento della carta d’identità, di cui all’inizio le bar workers sono spesso sprovviste. Ciò permette anche di ricevere sconti sull’acquisto di prodotti come zucchero e olio.
L’associazione oggi include circa centocinquanta donne. Molte di loro hanno lasciato il lavoro come commercial sex workers e iniziato una nuova attività. La stessa presidente adesso lavora come guardia presso la Commercial Bank of Ethiopia. E intanto il suo impegno nel gruppo: “Vogliamo essere un modello per la società”, conclude orgogliosa Tshager. Per il futuro l’associazione ha in mente di aumentare il numero di membri: le bar workers, nella sola città di Injibara, sono circa trecento. C’è ancora tanto lavoro da fare.
Il sostegno reciproco delle domestic worker
Nella woreda di Fagita, nella zona di Awi, abbiamo incontrato l’associazione di domestic workers “Yewuket Ber”, fondata da CVM tre anni fa. Dodici donne, in rappresentanza dei quarantanove membri, ci raccontano di quanto la loro vita sia migliorata. E ciò grazie ai training ricevuti e al sostegno reciproco. In un paese in cui le domestiche non godono di riconoscimento giuridico, infatti, CVM opera per informarle riguardo i diritti e doveri del mestiere. Allo scopo, anche, di incentivare l’adozione di un accordo scritto con il datore di lavoro.
“Prima la nostra vita non aveva futuro, sogni, piani. C’erano problemi di salario, alimentazione e violenza. Ora, invece, abbiamo potere contrattuale e siamo più sicure di noi”, spiega una donna. Ogni membro versa mensilmente 5 birr per il fondo comune e 1 birr per il fondo sociale. Quota che serve a coprire spese mediche nel caso un membro si ammali. Le osservo e ascolto. Tra di loro avverto un profondo legame, come una famiglia che ricomincia e cresce insieme, nonostante il passato di rinunce e violenze che le accomuna.
Chiara Coscione – Servizio civile CVM in Etiopia