Chiudiamo la forbice – Campagna FOCSIV
Come CVM vogliamo evidenziare la campagna FOCSIV “Chiudiamo la Forbice” con cui denunciare tutti i fenomeni di diseguaglianza. Essi segnano in maniera profonda tutte le società del pianeta, che nei vari contesti e territori devono trovare le basi per la propria stessa sopravvivenza, e di quella delle generazioni future. I problemi devono essere affrontati come parte di un solo sistema interconnesso, in cui ogni malfunzionamento si ripercuote in maniera diretta soprattutto sui più poveri e i più vulnerabili.
E’ la fotografia del nostro paese come dell’Italia del rancore, rappresentato nel rapporto CENSIS 2017: un paese che fatica a ritrovare un immaginario collettivo positivo, che ‘individualizza’ il benessere, in cui la paura di scivolare ancora nella scala sociale verso il basso è il nuovo fantasma, a cui si risponde rimarcando le distanze dagli altri, costruendo barriere, difendendo certezze. E dove la paura diventa il facile collante per un’agenda politica che crede di affrontare i problemi approfondendo i solchi che attraversano la società.
Chiudere la forbice è dunque l’imperativo che vogliamo assumere assieme a FOCSIV come priorità per garantire ad ogni donna e ogni uomo che vive su questo pianeta, di questa generazione e delle generazioni future, la possibilità di vivere una vita dignitosa e piena, libera dalla paura e dal bisogno.
Ambiti:
- Produzione e consumo del cibo
- Conflitti dimenticati
- Mobilità umana: condividiamo il viaggio
Elementi trasversali:
- Pianeta: nostra casa comune
- Debito
Nell’intersezione tra queste tematiche, considerate nella prospettiva di una necessaria riduzione delle diseguaglianze, è necessario esplorare alternative possibili, progettualità concrete e costruire delle narrazioni positive, come ad esempio:
- Il diritto alla terra, contro l’accaparramento delle risorse naturali e lo scandalo della fame, e il diritto al cibo, ad una alimentazione adeguata e nutriente, con il sostegno a pratiche rispettose del territorio come l’agroecologia, e alla capacità organizzativa contadina, nel favorire una nuova consapevolezza tra i consumatori e lo sviluppo di mercati locali orientati anche socialmente, secondo una logica di responsabilità dirette e indirette.
- Comunità in grado di operare la trasformazione nonviolenta del conflitto, prevenendo guerra e violenza, contrastando il commercio delle armi. Servizio civile, operatori di pace, volontariato e attivismo per una cittadinanza in grado di costruire percorsi di giustizia e di pace negli scenari di conflitto e di tensione sociale.
- Le migrazioni viste come scelta consapevole e occasione per accogliere in comunità solidali, al Sud e al Nord, persone e famiglie che vivono l’esclusione ambientale, sociale, economica e politica, superando approcci che, invece di proteggere, perpetuano e accentuano le disuguaglianze; promuovendo per ogni persona la “pienezza” dello slogan “liberi di partire e liberi di restare”, della omonima campagna della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
- La diversità culturale vista non come problema ma come risorsa, attorno al riconoscimento di valori comuni che non cancellano ma valorizzano le identità.
- La promozione dei diritti come premessa per una vita dignitosa, e l’accesso ai servizi pubblici essenziali, alla sanità e all’istruzione. I servizi pubblici e i beni comuni devono essere difesi, salvaguardati e promossi con più risorse da tutta la comunità e verso i più deboli ed emarginati.
- Diritto al lavoro, significa promuovere ad ogni livello in primo luogo un lavoro dignitoso e retribuito in modo equo modificando i rapporti di potere tra un precariato sempre più diffuso e la concentrazione della ricchezza in poche mani. La tassazione andrebbe riformata nella direzione di una progressiva riduzione della pressione sul lavoro ed eventualmente aumentando piuttosto quella sulle rendite, secondo un principio di progressività.
- Una reale promozione della uguale dignità e della parità tra uomini e donne, sul piano culturale, sociale, politico ed economico. La lotta ad ogni discriminazione e violenza radicata sulla differenza tra i sessi, stante il contesto culturale e sociale contemporaneo, va perseguita costantemente.
- Un’attenzione particolare al tema della giustizia climatica. Il degrado ambientale, amplificato dagli effetti del cambiamento climatico, si abbatte soprattutto sulle comunità povere e vulnerabili. Occorre promuovere la bellezza del creato, del paesaggio, delle periferie con iniziative di comunità che ricreino fiducia tra le persone, nuove relazioni sociali per il bene comune.
- Una finanza più giusta, in grado di rispettare la dignità delle persone. Un approccio etico al debito, ed un rilancio delle iniziative per porre la sua legittimità al vaglio di principi di umanità e di giustizia.
- Un rilancio della partecipazione e della democrazia in modo da ridare alla politica un ruolo centrale nel regolare le distorsioni e inuguaglianze causate dal sistema economo-finanziario a livello internazionale e nazionale.
- Una comunicazione ed una informazione corretta e responsabile ha un ruolo importante da giocare per lottare contro le iniquità. E oggi sente il bisogno di una controinformazione, libera dai vincoli e pastoie, capace di diffondere una migliore conoscenza delle complessità e di svelare gli interessi che vi si nascondono.