“Così il CVM ci ha salvati dalla strada”
Tirunesh Ayalneh, giovane etiope, racconta la sua storia di sofferenza e il suo incontro con CVM, che ha salvato lei e i suoi fratelli dalla strada
“La nostra famiglia stava cercando una vita migliore quando i miei genitori decisero di trasferirsi da Shebel Berenta nella regione dell’Oromia a Wolega Nekemt. Nostro padre si è trasferito cinque anni prima e ha organizzato tutto prima che lo raggiungessimo. Lì lavorava nell’agricoltura e la nostra vita e la situazione economica stavano migliorando. Tutto stava andando bene.
Tuttavia, nel 2021, è scoppiato un conflitto nella regione dell’Oromia, che si è rapidamente intensificato, costringendoci a trasferirci a Debre Markos per l’incolumità delle nostre vite e in cerca di uno spazio sicuro, abbandonando e perdendo le nostre cose. Non avevamo nulla, ma grazie all’ufficio di Kebele e alle persone che ci lavoravano, abbiamo avuto la fortuna di trovare un alloggio pubblico.
Nostra madre era una donna forte e una grande lavoratrice. Ha iniziato a preparare alcolici locali da vendere, allo stesso tempo ha lavorato come lavoratrice domestica e ha aiutato nostro padre nel lavoro giornaliero. Nel frattempo nostro padre ha iniziato a lavorare come guardia in un albergo. Hanno cercato di soddisfare tutti i nostri bisogni primari, anche se dopo che ci siamo trasferiti a Debre Markos il reddito dei nostri genitori era molto basso.
Nostro padre è stato quello che ha sofferto di più e il pensiero di aver perso tutto ciò per cui aveva lavorato tanto lo sconvolgeva. La rabbia e la pressione che provava si ripercuotevano negativamente sul rapporto tra i nostri genitori, litigavano molto, tutto era una buona scusa per litigare. Divenne anche molto geloso di nostra madre e del suo lavoro. Noi bambini abbiamo iniziato a credere che stavamo causando tanto dolore alla famiglia. Per questo motivo sono partita per Addis Abeba per fare la lavoratrice domestica.
Ogni giorno, i litigi peggioravano sempre di più finché, una mattina presto del 23 agosto 2022, quando tutti erano fuori, nostro padre ha ucciso nostra madre usando un’ascia. Ha ucciso nostra madre, la sola e unica, colei che ha fatto tutto per noi, ed era lì a lavorare giorno e notte perché non ci mancasse mai nulla.
Una storia così orribile, triste e dolorosa ha scioccato tutti. Ha distrutto noi, la famiglia, i vicini e l’intera città. Una storia orribile che ci ha lasciato orfani e sul punto di finire in strada, ma grazie al sostegno dei vicini, dell’amministrazione comunale e dell’università di Debre Markos che ci hanno dato cibo, soldi e vestiti che abbiamo potuto restare uniti.
La polizia ha seguito il caso e lo ha portato in tribunale dove alla fine nostro padre è stato condannato a 19 anni di prigione.
Dato che sono la maggiore dei miei fratelli, ho avuto la responsabilità più difficile. Dovevo prendermi cura e proteggere i miei fratelli. Stavo cercando con tutte le mie forze di fornire cibo, vestiti e mandarli a scuola. Fondamentalmente, stavo cercando di fare qualsiasi cosa avrebbe fatto una madre. Ho iniziato a lavorare come spazzino la mattina e il pomeriggio preparavo l’alcol tradizionale da vendere ma la vita è molto dura e tutto è troppo costoso. Crescere due bambini piccoli è la parte più difficile, loro hanno tanti bisogni ma noi avevamo così poco. Per me era difficile, se non addirittura impossibile, provvedere a tutto il cibo necessario e ad altri importanti bisogni primari. Ad un certo punto ho aiutato Eyerus a trovare un impiego come lavoratrice domestica in una delle case della famiglia. I datori hanno accettato di lasciarle continuare gli studi mentre lavorava e viveva con loro. Nel frattempo la mia sorella più piccola Birtukan, purtroppo, ha abbandonato la scuola e ha iniziato a lavorare in un bar. Io e il resto dei miei fratelli cerchiamo di aiutarci a vicenda per sopravvivere. Vorremmo poterci permettere di acquistare o ricevere un forno per la preparazione del pane e utilizzarlo per avviare una piccola attività generatrice di reddito per sostenerci a vicenda, soprattutto i più piccoli.
L’associazione Biruh Tesfa Teenagers ci ha trovato dopo aver ascoltato la nostra storia e ci ha fornito tutto il supporto possibile. Grazie al progetto STREAM di CVM, siamo stati salvati dalla strada e dal diventare senzatetto. Abbiamo ricevuto tanto supporto nel nostro lavoro e nella formazione e anche in termini di qualità della vita e salute. Non ci siamo mai arresi e desideriamo un futuro migliore.