Crimini di guerra in Iraq
Il conflitto tra il governo iracheno e i fondamentalisti islamici ha già invaso e devastato l’intero Paese, così come parte della Siria e del Kurdistan, e i combattimenti purtroppo sembrano solo aumentare. Quello che troviamo oggi in Iraq è uno scenario fatto non solo di morti, di centinaia di vittime, di schiavitù; ma un orrore fatto di torture e persecuzioni al confine con la realtà. Ogni giorno, infatti, giungono notizie riguardanti la tortura e addirittura la seppellitura delle vittime civili, la maggior parte delle quali sono mamme e bambini.
La deputata Vian Dakhil, membro Yazida (gruppo religioso di origine curda) dopo aver denunciato la situazione in parlamento, parla così: “Nel momento in cui ho gridato in Parlamento, ho in realtà interpretato le grida della mamme, le grida delle giovani donne yazide, che sono prigioniere nelle mani di milizie che non perdonano e non conoscono Dio. Le nostre donne sono prigioniere, non sappiamo dove, vengono vendute e non sappiamo a chi. Più di 500 donne e ragazze sono nelle mani di terroristi, vengono vendute come qualsiasi merce; e noi siamo nel ventunesimo secolo. [..] Facciamo un appello alla comunità internazionale, ma ci appelliamo soprattutto al paese in cui viviamo, all’Iraq.”
Arriva anche un nuovo appello da Papa Francesco: “Cari fratelli e sorelle, ci lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq“, ha detto il Pontefice durante l’Angelus domenicale. “Migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; persone massacrate; violenze di ogni tipo; distruzione dappertutto, di case, di patrimoni religiosi, storici e culturali. Tutto questo offende gravemente Dio e l’umanità. Non si porta l’odio in nome di Dio! Non si fa la guerra in nome di Dio! Le persone private della casa in Iraq dipendono da noi. Invito tutti a pregare e, quanti possono, ad offrire un aiuto concreto“.