Cucinare in maniera sostenibile
Attraverso il Progetto Wash Up, stiamo costruendo stufe a risparmio energetico…
In inverno nelle zone di montagna o campagna si può apprezzare l’odore di legna bruciata che esce dai camini di prima mattina, lo stesso odore che si sente in Etiopia quando si cammina per le strade.
Di fatto la biomassa è fondamentale nel corno d’Africa per poter cucinare, qui non serve per scaldarsi perché le temperature non sono mai così rigide, anche se la maggiorate del paese si trova sopra i 2500 metri rispetto al livello del mare, quindi di notte le temperature possono scendere fino sotto i 10 gradi soprattutto nella stagione delle piogge dove il sole non si paventa praticamente per 3 mesi.
Per poter cucinare le donne e le ragazze in Etiopia si svegliano presto la mattina e vanno nel bosco a tagliare tronchi di eucalipto, quest’albero infatti cresce molto in fretta e la sua combustione è efficiente, purtroppo per poter crescere così in fretta assorbe molte energie e acqua dal terreno impoverendolo.
Una volta finito di tagliare i tronchi e di spaccarli sul posto – sono tronchi di 30-40cm di diametro -, legano i pezzi tagliati con la stessa corteccia dell’albero e se li caricano sulla schiena grazie a delle fasce. Le fascine* pesano mediamente 30kg, tali per cui le donne si incurvano per scaricare il peso sulle gambe, costrette ad assumere una posizione del tutto innaturale con conseguenze dannose per la loro salute.
La maggior parte di loro cucina con fuoco aperto, che è il metodo più semplice ma anche meno efficiente per utilizzare la legna.
Con il semplice utilizzo di una stufa in cemento che può essere prodotto localmente, e ha un costo di 6€, il rendimento del legno si può alzare fino al 50%, questo permette di risparmiare il 50% di legna, che vorrebbe dire permettere alle donne di fare la metà dei viaggi con quel carico assurdo addosso.
Attualmente abbiamo avviato un progetto in collaborazione con ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), per sperimentare l’utilizzo di una stufa pirolitica nelle zone rurali dell’Etiopia.
Le stufe pirolitiche sono stufe che hanno due camere, la prima dove avviene la pirolisi della biomassa, cioè il legno brucia in assenza di ossigeno, in questo modo si producono vapori che sono reattivi con quest’ultimo; nella seconda camera entra l’aria quindi questi vapori si possono legare con l’ossigeno permettendo la combustione vera e propria. Questo ha il vantaggio che i vapori essendo molto reattivi danno vita a una reazione quasi completa producendo come scarto solo CO2 e H2O, che non sono tossiche per l’uomo, inoltre l’efficienza aumenta fino all’ 80%.
Stiamo anche collaborando con le università delle Marche, quella di Debre Markos e Sawla per la costruzione di forni solari per poter cucinare in totale assenza di legna nelle giornate soleggiate che qui nella stagione secca che va da ottobre a maggio sono la regola.
Federico Negro
Volontario Servizio Civile CVM Etiopia
*Fascina: Fascio di legna minuta da ardere, usato anche per innalzare ripari, rivestire opere di fortificazione o riempire fossati.