Donne e capi religiosi per la cultura della pace | Il training di CVM
Nella società tanzaniana, dove la vita viene scandita dai canti del Muezzin che invita i fedeli alla preghiera o dalle messe cristiane in cui anche i più poveri si vestono a festa, i capi religiosi assumono un ruolo essenziale nella lotta alla violenza di genere.
Spesso, infatti, le vittime, prima ancora di denunciare l’abuso, si confidano con la propria guida religiosa; inoltre, i leader dei diversi credo, proprio per il loro ruolo, sono in grado di arrivare ad una moltitudine di persone ed influenzare le autorità locali e nazionali.
Il training dei capi religiosi mussulmani e cristiani organizzato da CVM, per diffondere la cultura del rispetto verso la donna.
Come i capi religiosi possono diffondere la cultura del rispetto per le donne.
Per questi motivi, CVM organizza da tre anni training per i capi delle diverse religioni con lo scopo di sensibilizzarli sul tema della violenza di genere. Nel 2015 e 2016, questi training erano incentrati sul fornire ai partecipanti le conoscenze legali necessarie per poter agire nel migliore dei modi in caso di violenza. Quest’anno, invece, l’8 e il 9 febbraio è stato organizzato un ulteriore training con un diverso obiettivo: durante la prima giornata, in cui hanno partecipato circa 80 capi religiosi, si è cercato di definire il termine “violenza di genere”, capire quali siano le cause, come poter agire e come sensibilizzare la comunità, mettendo in evidenza come in ogni religione viene proclamata la sacralità della vita; la seconda giornata, invece, è stata riservata a 20 rappresentanti della Intefaith Committee di Bagamoyo con cui si è discusso sul ruolo dei capi religiosi e, attraverso la lettura sia del Corano che della Bibbia, si sono analizzati i passi in cui la figura della donna viene tutelata e valorizzata, nonché, si è definito un programma di azione necessario per supportare e sviluppare tale associazione.
La Commisione interreligiosa è stata fondata a Bagomoyo nell’Aprile 2015 ed è costituita da tre diversi gruppi: quello dei capi delle diverse religioni presenti sul territorio, un gruppo di donne (TWIN) e uno di giovani (TIN). L’Interfaith Committee ha lo scopo di garantire la pace nel distretto di Bagamoyo, promuovendo il dialogo tra i diversi credo e il rispetto reciproco; inoltre, si attiva per risolvere casi di violenza di genere o dispute riguardanti la proprietà della terra nonché svolgere attività di sensibilizzazione e di promozione dei diritti umani.
La rete delle donne per il dialogo interreligioso.
Durante queste due giornate ho potuto parlare con le due presidentesse di TWIN (Tanzania Women Interfaith Network) e capire meglio come agisce l’associazione, quali sono i loro obiettivi e se hanno ritenuto utile frequentare questo training.
Joyce Michael e Mpate Mohamed, rappresentano rispettivamente il gruppo cristiano e quello musulmano. Alle mie domande, hanno voluto precisare che l’associazione è ancora molto giovane e che per ora stanno cercando di reclutare nuovi membri e di pianificare le loro attività.
Alle mie domande, hanno voluto precisare che l’associazione è ancora molto giovane e che per ora stanno cercando di reclutare nuovi membri e di pianificare le loro attività.
L’obiettivo principale di Twin è quello di raggruppare le donne del distretto di Bagamoyo che appartengono a diverse religioni e di creare una rete in grado di garantire la pace e tutelare i diritti di donne e bambini; mi spiegano, inoltre, che vorrebbero diventare delle intermediare tra le ragazze e gli enti di micro credito perché, aggiungono, le donne economicamente indipendenti sono anche più libere e, in caso di violenza domestica, non temono di denunciare il loro uomo per paura di non avere più alcun sostentamento.
Altri obiettivi che l’organizzazione si è posta sono quello di organizzare training in tutto il distretto di Bagamoyo per sensibilizzare la comunità e far prendere coscienza alle donne dei loro diritti; fare pressione alle istituzioni locali affinché le leggi siano fatte rispettare; chiedere al dipartimento dell’istruzione di formare gli insegnanti in materia di violenza di genere, in modo tale da poter, a loro volta, sensibilizzare gli studenti e chiedere al dipartimento della salute di garantire accesso alle cure mediche a tutte le donne e bambini e di supportarli nei casi di violenza fisica.
Le donne mi hanno detto di essere molto felici di aver preso parte al training perché ora hanno maggiore consapevolezza dei diritti delle donne e si sentono pronte a svolgere attività di educazione e sensibilizzazione in tutto il distretto; inoltre, sono rimaste molto colpite nel vedere come le Sacre Scritture di religioni diverse contengano lo stesso messaggio di pace e di rispetto per la vita umana.
Prima di andar via, le due donne mi hanno salutato con lo slogan di questi giorni: “Dini mbalimbali upendo na amani” (Religioni diverse in pace e amore).
Giuseppe Galioto, Volontario SC Bagamoyo, Tanzania.