Gocce d’acqua pulita a Langute, ora nulla ci potrà fermare!!
Quando me ne sono andata dall’azienda per cui lavoravo in Italia, uno dei colleghi che più stimo mi ha detto “Bambina, a te piacciono le sfide, questa tua scelta è coraggiosa e ti fa onore! Non pensi però che un esperienza nel nostro cantiere in Texas ti avrebbe portato più lontano per costruirti una carriera e un futuro?”. Oggi mi occupo di un progetto di potabilizzazione d’acqua con alte concentrazioni di fluoruri a Langute, un pugno di villaggi sperduti del sud dell’Etiopia, e quelle parole mi sono tornate in mente… forse per ora la mia strada non è fatta dei costosi progetti per importati aziende, ma da di piccole gocce che fanno la differenza per tante persone.
Appena arriviamo, i capi villaggio mi portano a vedere i profondissimi crepacci della Rift Valley dove sette persone sono morte nell’ultima stagione secca mentre andavano a prendere l’unica acqua disponibile.. sperano che quell’immagine resti impressa nei miei occhi e mi leghi alla loro causa finché loro non avranno altra acqua più accessibile.
In quella zona, un impianto idrico con un pozzo e punti acqua in ogni villaggio erano già stati costruiti, ma l’acqua che ne esce ha alte concentrazioni di fluoruri, sostanze che creano problemi ai denti, al sistema nervoso e alle ossa, per cui l’impianto era stato temporaneamente chiuso, finché non si fosse trovato il modo per depurare l’acqua. Il sistema di depurazione studiato dall’ingegnere etiope Zelalem Worku, che ha lavorato per CVM fino all’anno scorso e ancora dà consigli e indicazioni a distanza, consiste nell’utilizzo di polvere di ossa di animali il cui calcio assorbe i fluoruri dell’acqua.
All’ombra di un grande albero poco lontano da quel crepaccio, racconto alla gente che si accalca che siamo lì per la loro acqua, perché nessuno più debba rischiare la vita, ma i veri protagonisti del progetto saranno loro. Noi, semplicemente, insegneremo e avvieremo un sistema di depurazione, ma chi porterà l’acqua pulita ai villaggi saranno loro.
Eccoci quindi a mettere in atto il processo, con un gruppetto scelto che costituirà una cooperativa per mandare avanti la produzione una volta imparato. E con l’aiuto di tutti gli altri abitanti della zona, che a turno vengono a dare una mano! Puliamo le ossa, le bruciamo ad alte temperature e poco ossigeno per una giornata intera, le schiacciamo e setacciamo fino ad ottenere le polveri da mettere nei filtri, che sono fatti con dei semplici secchi di plastica. Perché tutto funzioni sono tante le cose da tenere sotto controllo: la giusta proporzione tra ossa e carbone, la temperatura della fornace, il pH, la torbidità. Dopo due settimane di lavoro il primo filtro è pronto. Alimaz, una delle ragazze della cooperativa, prepara il fluorimetro per il test col l’acqua filtrata che esce piano piano, ci vuole pazienza e la nuvola di persone attorno a noi aspetta con la tipica calma africana.. non tutti sanno leggere sul display dello strumento il valore 0.1milligammi per litro, valore molto inferiore alla soglia accetata (0.5mg/l), ma appena abbraccio la ragazza tutti capiscono che ce l’abbiamo fatta!
Questo è solo il primo passo, bisogna aumentare la produzione per ottenere velocemente polvere per 900 famiglie, verificare il tempo di saturazione dei filtri, costruire vasche di lavaggio, magazzino per gli attrezzi, tettoie dove lavorare all’ombra… ma ora sappiamo che ce la possiamo fare e nulla ci può fermare, né il fasting ortodosso – periodo in cui non si uccidono animali- e quindi trovare le ossa diventa complicatissimo; né le credenze popolari, soprattutto mussulmane, che non vedono di buon occhio l’utilizzo di scarti di macello; né le piogge che rendono inagibile la strada, né qualsiasi altro impedimento che potremmo trovare. La volontà fa miracoli, unisce persone e religioni, accorcia distanze, trasforma acqua inquinata in oro blu!
Elena Paolazzi