I colori dell’arrivo. Appunti di viaggio dai volontari Servizio civile in Tanzania
Ambientarsi polepole
Da quando ho intrapreso il viaggio in Tanzania, ho con me un quadernino di appunti, tipo diario. Ogni sera ci riporto dei tag della giornata: parole, emozioni, luoghi, azioni, pensieri e cose simili.
A bruciapelo, posso dire che l’Africa dà esperienze intense, immediatamente ti colpisce. Leggo sul mio taccuino: grande gioia, immensa emozione e serenità interiore. In pace con me stessa. Stupore e felicità. Estenuante attesa in Ambasciata Italiana a Dar Es Salaam per le pratiche. Ambientarsi polepole (piano piano, in swahili), che è il motto del Tanzaniani.
Nella prima settimana trascorsa a Bagamoyo abbiamo conosciuto i membri di MWAKBA (vedi foto), l’unione delle 9 associazioni supportate da CVM per la tutela dei diritti delle donne e dei bambini. Siamo stati nelle scuole per i corsi di formazione dei membri dell’associazione “Facilitatori di Giustizia B2JF” e “Domestic workers”.
C’è stata anche una festa di benvenuto caloroso, con brindisi in onore di noi nuovi volontari. E poi passeggiate sulla spiaggia e tanti bambini africani con cui giocare e divertirsi nel pomeriggio dopo il lavoro. Circondati dall’ambiente paradisiaco di Bagamoyo.
Manuela De Angelis, Tanzania – Bagamoyo.
Tanzania dalla terra rossa
Scesi dal piccolo aereo che da Addis Abeba ci trasportava a Dar es Salam non riuscivo a contenere le mie emozioni: curiosità, ansia, entusiasmo, impazienza si mescolavano in quel momento tanto atteso. La prima cosa che ricordo è il caldo, umido e quasi soffocante che mi accompagna ancora oggi mentre scrivo. Vedevo scorrere velocemente dal mio finestrino la terra incredibilmente rossa, il paesaggio, le donne che trasportavano grandi scatole sulle loro teste, i ragazzi in bicicletta con decine di taniche d’acqua.
La casa a Bagamayo mi è sembrata subito accogliente cosi come i miei colleghi e l’ufficio. Siamo stati coinvolti nelle attività nonostante fossimo ancora un po’ frastornati. Ora siamo pronti a immergerci nella cultura di questo stupendo popolo in questa stupenda terra.
Sergio Donati, Tanzania – Bagamoyo
Tutti ci dicono Karibu!
“Karibu” –benvenuti in swahili. Questa è la parola che meglio esprime il primo periodo trascorso a 10.000 km da casa. A Bagamoyo mi sono subito sentito accolto: lo staff locale ci ha spiegato le attività, cercando di instaurare, nonostante le difficoltà comunicative, un rapporto che andasse oltre il semplice orario di lavoro; ci hanno dato consigli utili per la (nuova) vita quotidiana: dov’è il mercato o dove acquistare le ricariche telefoniche.
Anche gli abitanti di Bagamoyo sono molto cordiali; ci salutano, ci chiedono cosa facciamo, da dove veniamo, perché siamo lì e sempre ci rispondono dicendoci “Karibu”.
In Italia siamo abituati a non dare confidenza a nessuno. Presi dai ritmi frenetici, non ci interessiamo ai motivi che hanno spinto degli estranei a venire in Italia, anzi li guardiamo con sospetto. Qui in Tanzania è l’opposto. Le persone si fermano a chiacchierare. Qui si ha una concezione del tempo diversa: non ci si accontenta di rapporti veloci e virtuali; si cerca il confronto diretto, si sente la necessità di guardarsi negli occhi e capire chi ti sta di fronte.
Giuseppe Galioto, Tanzania – Bagamoyo
Ogni cosa esprime calore
Ho realizzato la partenza solo mentre ero in fila per il check-in in aeroporto. Tra i bianchi, ero una delle poche persone che non si stavano imbarcando per un viaggio turistico. La pancia ha cominciato a vorticare e mi è scesa qualche lacrimuccia. Ero emozionata. In aereo sono rimasta affascinata dalla bellezza del vestito tradizionale di una delle hostess etiopi. Non credo si trattasse di fascino dell’esotico, quel vestito era stupendo nella sua semplicità.
A Bagamoyo mi aspettava Perfect, l’autista del CVM, con il quale ho provato a formulare qualche frase nel mio swahili zoppicante. Le mie impressioni iniziali si possono condensare in un aggettivo e in un colore che mi piacciono molto. L’aggettivo è caldo e il colore è giallo. Ogni cosa qui esprime calore: l’ospitalità del popolo tanzaniano, l’acqua bollente dell’oceano indiano, i raggi del sole cocente, la sabbia rovente sotto i piedi, l’acqua del rubinetto. E ogni cosa emana una luce a me nuova. La luce di una cultura che comincio a conoscere. Giallo è il colore della vitalità e della sabbia mista a terra e asfalto su cui i miei piedi lentamente camminano.
Francesca Ivone, Tanzania – Bagamoyo