IL SERVIZIO CIVILE NON E’ UN CLICK
“Se voi avete avuto la possibilità di scegliere il vostro progetto in cui svolgere il servizio civile con un semplice click, è perché persone come Pietro Pinna nel 1949 e tanti altri Obiettori di Coscienza dopo di lui hanno affrontato la prigione per conquistare questo diritto”.
È iniziata così la mia lezione sulla storia dell’Obiezione di Coscienza ai 48 giovani volontari in Servizio Civile radunati nel Polo di Paderno del Grappa in procinto di partire per svariati Paesi dell’Africa e dell’America Latina.
Non era scontato che si appassionassero a vicende accadute molto tempo prima che loro nascessero ma perché questo avvenisse dovevamo immergerci in una storia e provare a viverla in prima persona per cogliere le sensazioni e le emozioni di persone che, avendo vissuto la devastazione della 2 guerra mondiale avevano deciso che non volevano più saperne, che non volevano in alcun modo avere a che fare con “la macchina che fabbrica le guerre”.
Dalla testimonianza filmata di Pietro Pinna abbiamo colto la frase di Gandhi: “la non collaborazione con il male è più importante che fare il bene” e l’abbiamo riportata ai nostri giorni, alla guerra che infiamma l’Europa in questi mesi, alle guerre che insanguinano il continente Africano ed altri Paesi, alle scelte che tutti ancora siamo chiamati a fare.
Scegliere tra Guerra e Pace non è più un’opzione legata al passato ma una scelta di scottante attualità. A questo punto il Servizio Civile non è più un click con cui scegliere il progetto che mi piace di più oppure il Paese che amerei visitare, ma una “scelta, consapevole e convinta, per la Pace”.
Più difficile è stato condividere l’affermazione che il “Servizio Civile è una modalità per una difesa non armata della Patria”, perché la maggior parte dei presenti si trovava maggiormente a suo agio con la definizione di Patria che don Lorenzo Milani ha inserito nella lettera “L’obbedienza non è più una virtù” del 1965. Don Lorenzo scriveva, rivolgendosi ai cappellani militari, “Se voi […] avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri”
Venerdì 15 abbiamo tirato le conclusioni delle 3 giornate di formazione seduti sotto gli alberi secolari della splendida location dell’Istituto Filippin richiamando le parole di don Lorenzo e l’invito a mettere al centro della loro esperienza il “servizio”, particolarmente verso i poveri e gli ultimi, ponendo in secondo piano i sogni e le aspettative personali, in un percorso di ricerca dell’altro da anteporre al pur legittimo bisogno di gratificazione.
La presenza di tanti giovani preparati e motivati ha reso il lavoro dei 3 giorni di formazione interessante e sfidante, un passaggio chiave in un percorso di 12 mesi che porterà molti di questi giovani a scoprire il senso della loro vita ed a scegliere la direzione del loro futuro. E noi “vecchi”, che queste strade le abbiamo percorse prima di loro, abbiamo la responsabilità di accompagnarli efficacemente, lasciandoli liberi senza lasciarli soli.
Attilio Ascani
Coordinatore Progetti Esteri