In prima linea, dalla parte dei rifugiati
Lavorare nello Sprar, significa essere in prima linea dalla parte dei ragazzi che lasciano la propria terra d’origine in cerca di un futuro migliore.
In questi due anni, ho incrociato le vite di tanti richiedenti asilo, con storie diverse, vissuti diversi. Quante risate, ricordi, emozioni, momenti difficili trascorsi in questi due anni. Perché è questa la vita di un operatore Sprar: condividere con i ragazzi il buono e il cattivo tempo.
La “Giornata mondiale del Rifugiato” in questo senso, oltre essere una festa, rappresenta un momento in cui tutti questi amici si incontrano e ci si dimentica della razza, del colore della pelle, senza discriminazioni e attraverso il clima conviviale e di scambio favorito da iniziative come quelle messe in campo per quest’anno, ci si riscopre umani prima di tutto.