Una storia finita bene. Il riscatto di Tirgo, donna etiope.
Nei primi corsi di economia, uno dei concetti che ti insegnano subito e che cercano di inculcarti fino a farlo diventare un dogma è quello di esternalità. Nella teoria ti spiegano che ogni azione, attività, decisione comporta una vastità di conseguenze, di ripercussioni, di impatti che prendono il nome di esternalità. Possono essere positive come negative, riguardare persone, istituzioni o categorie culturali e, spesso, possono essere correlate l’una a l’altra, in una sorta di circolo virtuoso o vizioso a seconda dei casi.E’ curioso come, osservando i progetti di CVM in Etiopia, e nell’incontro con persone locali, sia riuscita a trasformare questo concetto, fin ora per me astratto, in qualcosa di concreto, a dargli persino un volto e una storia.
Nella woreda di Fenote Salam, nella regione di Amhara, dopo un meeting gli impiegati governativi ci hanno portato a conoscere la signora Tirgo nel sul negozio di sartoria e ci hanno raccontato la sua vicenda. Rimasta orfana di entrambi i genitori e con un fratello minore a carico, tempo fa Tirgo fu selezionata da CVM come beneficiaria del progetto di riunificazione dei bambini di strada e ricevette training in life skills e sartoria. Alla fine del training, CVM le fornì la prima macchina da cucire, a partire dalla quale la ragazza iniziò il suo nuovo business: un negozio in cui ancora oggi cuce e vende vestiti e copricapo tradizionali femminili. Grazie a questa attività generatrice di reddito è riuscita a risollevare la sua vita e quella della sua famiglia. Ora suo fratello, dopo aver completato l’istruzione, lavora in un ufficio governativo. Lei vive con suo marito e i suoi due figli. Uno lo porta teneramente sulle spalle mentre la conosciamo e mentre continua il suo lavoro in cui, in ogni movimento, traspira esperienza e abilità. Con la sua piccola impresa dà impiego e formazione a tre ragazze, che guadagnano uno stipendio netto di 700 birr al mese. Già in passato Tirgo aveva insegnato il suo mestiere ad altre cinque ragazze, che ora, finito il periodo di apprendimento, lavorano in proprio.
Tirgo è la testimonianza di una storia iniziata male e finita bene, di un riscatto sociale ed economico strappato a suon di perseveranza e di pazienza, della possibilità di una vita alternativa migliore e prospera. Ma, soprattutto, Tirgo è la testimonianza di quanto un’azione di supporto indirizzata ad una singola persona possa trasformarsi in un’opera a beneficio di molti più individui e, in un certo senso, di un’intera collettività, apportando cambiamenti significativi inizialmente neanche considerati. Il singolo gesto di donare una macchina da cucire si è trasformato in possibilità di miglioramento non solo per la diretta interessata, ma anche per la sua famiglia, per alcune concittadine e, infine, per l’intera comunità. Questo grazie anche, e soprattutto, all’altruismo di questa donna, alla sua capacità di condividere la fortuna incontrata al di là di ogni egoismo e al suo impegno per far fiorire il più possibile i semi ricevuti. Il supporto fornito ha dato vita ad altri cambiamenti, non solo nella sfera economica ma anche in quella psicologica e culturale, nello stile di vita e nel modo di relazionarsi ad altre persone. Ancora oggi, la presenza di questa figura continua ad essere modello per la comunità, il suo esempio ha ripercussioni positive sulle ragazze che la circondano e che, senza saperlo, stanno percorrendo un po’ della sua strada, ancora grazie a CVM.
Chiara Coscione – Volontaria Servizio civile Etiopia