Uno studio antropologico al servizio dello sviluppo sostenibile ambientale in Etiopia
Com’è possibile garantire uno sviluppo sostenibile dell’ambiente in un epoca in cui esso è così fortemente condizionato dal fattore umano? Perché alcuni progetti che inizialmente raccolgono un forte consenso, tendono in seguito a perdere d’interesse? E come possiamo dunque assicurare efficacia e durabilità ai benefici apportati da un progetto di sviluppo, compatibilmente con le esigenze e caratteristiche di una determinata comunità? Questi sono solo alcuni degli interrogativi centrali che l’ex civilista e antropologa Valentina Acquafredda ha posto alla base del suo studio, intrapreso nell’ambito del dottorato di ricerca co-finanziato da CVM con l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, che vedrà sperimentare la sua utilità all’interno del Progetto WASH-UP previsto in 8 Woreda dell’Etiopia.
“Antropocene e Sviluppo Sostenibile Ambientale. Caso di Studio in Etiopia”. Questo, infatti, è il titolo della ricerca che si prepone di investigare sulle interazioni tra società umane e ambiente, per comprendere le strategie adattive che vengono attuate dalle comunità locali a fronte di determinati fenomeni e mutamenti ambientali, in un’era, appunto l’Antropocene, in cui l’elemento umano risulta essere ciò che più condiziona la riuscita o meno di attività volte al miglioramento della sostenibilità. In particolare, capire come le comunità locali percepiscano il cambiamento climatico in relazione al fenomeno della deforestazione sarà parte integrante dello studio, non solo per individuare il valore emotivo ed economico attribuito all’ambiente e all’organizzazione degli spazi in cui sono presenti le risorse naturali, ma per dare conseguentemente una maggiore validità e continuità allo sviluppo che si intende raggiungere attraverso un progetto.
Tale approccio dovrà quindi trovare applicazione al contesto geografico etiope dove, proprio a causa del cambiamento climatico, si stanno sperimentando maggiori siccità di quelle attese, mentre l’erosione dell’acqua unitamente ad una mala gestione delle risorse, determina ogni anno la perdita di migliaia e migliaia di ettari, tra cui quelli di boschi e foreste. A tal proposito CVM, che già da anni è impegnato in diverse zone dell’Etiopia con molteplici iniziative di sviluppo, ha dato avvio a partire dal 2019 al già citato progetto WASH-UP, che prevede l’implementazione di tecnologie sostenibili per la fornitura di acqua pulita ed il miglioramento dell’efficienza energetica nelle comunità rurali di 8 Woreda.
Sebbene l’attuale pandemia abbia temporaneamente trattenuto la nostra ricercatrice Valentina in Italia, perlopiù con lo studio della letteratura di base in materia di economia e gestione ambientale, la vedremo presto impegnata direttamente sul campo con la ricerca e l’analisi antropologica in varie regioni dell’Etiopia all’interno del nostro progetto. Ciò risulterà di fondamentale importanza per determinare quali siano gli aspetti che inficiano una gestione sostenibile delle risorse naturali locali ed individuare possibili soluzioni che siano altrettanto condivise e socialmente accettate.
Di Giada Zatelli
Fonti:
Intervista del 1 giugno 2020 alla ricercatrice Valentina Acquafredda.
Documentazione relativa alla presentazione dello studio fornita dalla ricercatrice.
Bando per Progetto EUREKA – Dottorato di Ricerca in Global Studies, Economy, Society & Law: https://www.uniurb.it/it/cdocs/PHD/5057-PHD-13092019113210-bando_phd.pdf
Paul J. Crutzen, Eugene F. Stoermer, The “Anthropocene” (PDF), in IGBP Newsletter, No. 41 – Maggio 2000. URL consultato il 23 gennaio 2018