Il pozzo di Antonino
Nel mese di novembre 2020 è morto un uomo buono, di nome Antonino. Aveva 56 anni, era una persona per bene, di professione infermiere, amato e stimato dai pazienti, dai colleghi, da tutto il suo mondo. Ha lasciato nel dolore profondo sua moglie ed i loro quattro figli. Ha lasciato nello sconforto tutti i suoi amici.
La sua morte è caduta in piena emergenza sociale e medica per il Covid, per cui non è stato possibile realizzare nessuna manifestazione corale per la sua commemorazione, nonostante il desiderio di ricordarlo fosse palpabile e concreto in ciascuno di noi. Lo conoscevo anch’io e c’era cordialità tra di noi, per stima reciproca. Quando ci incontravamo facevamo sempre due chiacchiere, lui mi chiedeva spesso dei progetti del CVM in Etiopia, gli piaceva questo nostro lavoro, ne condivideva l’ideale e la metodologia delle realizzazioni (quella dello sviluppo sostenibile), se ne interessava e commentava con me i vari aspetti del mio racconto. Il pensiero di fare qualcosa in nome di Antonino è rimasto nell’aria, come sospeso, e gradualmente si è concretizzato nell’idea di raccogliere dei fondi e dedicare a lui una fonte, realizzata dal CVM in una zona remota dell’Etiopia, dando corpo così ad un circuito virtuoso tra una opera di alto valore sociale (portare acqua in un villaggio che ne è privo) e la memoria di un uomo buono. Lo ricorderà una targa sulla fonte. Subito il nome del progetto è stato “Il pozzo di Antonino”.
Ad un anno dalla sua morte questa idea, presentata a sua moglie, ai suoi figli, ai suoi amici più stretti, ha trovato un forte ed unanime consenso. Il passo successivo è stato quello di sensibilizzare ed avere adesione da parte della direzione dell’Azienda Sanitaria e della Direzione Infermieristica, che non solo ha pienamente aderito, ma ha anche fattivamente partecipato alla diffusione del progetto nell’ambiente ospedaliero ed infermieristico in particolare e nella sensibilizzazione alla donazione. Il resto è venuto da solo, la risposta dell’intero mondo dei dipendenti dell’ospedale, ciascuno per la sua parte, è stata ampia, corale, partecipata, motivata e di profonda condivisione del progetto. Il desiderio di ricordare Antonino e l’emozione suscitata dalla sua morte hanno trovato concretezza nelle donazioni per la costruzione del pozzo, il pozzo di Antonino.